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Anatomia patologica, concentrata ad Arezzo tutta l’attività programmata

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Anatomia patologica, concentrata ad Arezzo tutta l’attività programmata

AREZZO – Per illustrare quale è il futuro che si prospetta nell’ambito dei laboratori di Anatomia patologica nella Asl 8, è bene fare un esempio assai attinente, riguardante un’altra struttura. Ormai da anni il laboratorio di analisi che serve l’intera utenza della provincia di Arezzo è concentrato al San Donato. Il volume di lavoro riguarda milioni di esami annui. Ogni giorno dalle diverse sedi arrivano centinaia e centinaia di provette, si elaborano i contenuti, si producono le risposte che in pochissimo tempo (per via telematica) tornano al punto di partenza. Gli utenti dell’intera provincia non si sono praticamente mai accorti che negli anni erano stati chiusi uno ad uno i laboratori nelle sedi delle quattro vallate e concentrati su Arezzo. I risultati ottenuti con la nuova e attuale organizzazione, confermano invece la validità di quella scelta su più fronti: la sicurezza dei risultati, la capacità di eseguire esami anche più complessi (a disposizione di tutti) e una organizzazione del lavoro capace di garantire risposte anche in momenti di particolare aumento delle richieste o nei periodi in cui il personale deve fare i turni per le ferie o coprire le assenze per malattie. Nei singoli ospedali della provincia sono rimasti comunque piccoli laboratori con strumenti e tecnici in grado di eseguire le eventuali analisi urgenti e gli esami di routine per i degenti.

Perché facciamo oggi riferimento all’esempio dei laboratori di analisi? Perché oggi nessuno si sognerebbe di mettere in discussione questo modello organizzativo e tantomeno nessuno si sognerebbe di riproporre le soluzioni del passato, con piccoli laboratori sparsi nel territorio, con attrezzature non sempre all’avanguardia per tutti, come è invece possibile tenere in un unico grande centro.

Una lunga premessa utile per fare comparazione con il progetto che sta per concretizzarsi nella Anatomia patologica (si occupa di analizzare i tessuti umani, prelevati dal corpo dei pazienti). In genere è al servizio delle chirurgie che intendono esaminare, una volta acquisito un tessuto, la sua natura e ottenere così indicazioni sulle corrette terapie. Ed è anche al servizio di altre specialistiche, ad iniziare dalla oncologia.

Presto andrà in porto la unificazione ad Arezzo di questo servizio, dopo che l’intero reparto è stato completamente ristrutturato, ampliato e messo in sicurezza sotto il profilo degli impianti e della strumentazione, tutta revisionata. Il tema è stato trattato a lungo. Sul piano politico, su quello organizzativo e adesso anche su quello sindacale. Dopo una prima informativa generale, fra due settimane arriverà sul tavolo la proposta operativa che sarà discussa, ovviamente, anche con il personale.

Di questo tema si era iniziato a discutere addirittura nel 2005. Poi i tempi di attuazione di questo trasferimento sono stati più lunghi, anche per la necessità di ristrutturare il centro di Arezzo. Esempi di operazioni analoghe, al di la del laboratorio analisi, sono ormai compiuti un po’ in tutta Italia, dove ogni Asl, e a volte ogni area vasta, concentrano i laboratori per ragioni di sicurezza, di maggiore produttività e anche di costi. E se questo percorso era dettato dall’applicazioni di buone pratiche, adesso, in virtù della nota delibera 1.235 (Spending Review) approvata dal consiglio regionale toscano, è diventato un obbligo. Il tutto, ben inteso, senza alcuna conseguenza negativa per gli utenti e per le strutture sanitarie che usufruiscono di questo servizio.

La decisione di eseguire il trasferimento è di due anni fa. Già allora furono sollevate delle osservazioni, e già allora furono spiegate le ragioni di questa operazione. L’intero progetto è stato portato alla sua fase finale anche con il coinvolgimento della conferenza dei sindaci del Valdarno. Gli amministratori dei comuni della vallata hanno messo sul piatto la richiesta di non avere alcun decadimento delle prestazioni per i cittadini del Valdarno. Su questo fronte va invece detto che la concentrazione su Arezzo di gran parte degli impianti e del personale consentirà alla struttura di introdurre “tecnologie molecolari” per la diagnostica dei tumori, oggi impensabili. Una nuova frontiera verso la quale la ricerca e la scienza indirizza le nuove cure. Oggi le richieste di questa natura devono essere trasferite presso altri centri. Fra poche settimane si eseguiranno ad Arezzo (per l’intera provincia) con una diminuzione di tempi di attesa per le risposte e un non meno importante risparmio economico.

Ma c’è anche dell’altro. Sta per prendere il via la “telepatologia”, cioè la trasmissione di dati per via telematica. Questo consentirà, sostanzialmente, di poter dare, quando necessario, una doppia lettura alle analisi eseguite nei diversi ospedali. Aumentano così qualità e sicurezza.
Su Arezzo saranno concentrate tutte le analisi programmate. Ma alla Gruccia resterà attivo il laboratorio per l’attività intraoperatoria. Tecnico e medico saranno presenti nell’ospedale del Valdarno per garantire analisi immediate di anatomia patologica nel corso di ogni intervento chirurgico. Con la telepatologia si potrà poi avere, se necessaria, anche una “second opinion” da parte dei colleghi aretini. Telepatologia che, come avviene per tutte le altre diagnostiche, sarà poi collegata alla rete regionale per ampliare ancor più la possibilità di trasmissione e di confronto dei dati.

Insomma, l’operazione di unificazione della anatomia patologica, sulla cui realizzazione ed evoluzione erano tutti a conoscenza da anni, non solo non ha motivo di essere oggi contestata con motivazioni ormai superate, ma, a parer dell’Azienda, va salutata come una grande opportunità di crescita professionale per il personale e di risultati per la ricerca e l’attività diagnostica di così grande importanza e valore.