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Arezzo e il 70° anniversario della liberazione: il reading teatrale Le stagioni della libertà

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Arezzo e il 70° anniversario della liberazione: il reading teatrale Le stagioni della libertà
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Le stagioni della libertà – Arezzo 1943.44 è il reading teatrale pensato per il 70° anniversario della liberazione che verrà messo in scena il 16 luglio alle 21,30 in Piazza Sant’Agostino nell’ambito del Festival OrgasticAurora patrocinato dal Comune di Arezzo. Testi a cura di Andrea Bertocci, Francesco Maria Rossi e Silvia Martini. Una produzione “Interno Aurora”.

Lo spettacolo è stato presentato stamani, nel corso di una conferenza stampa ad Informagiovani alla quale ha preso parte anche l’assessore Francesco Romizi.

Personaggi e interpreti sono,in ordine di apparizione: Mario Appelius, avvocato Cohen: Uberto Kovacevich. Radiogiornale, guardia carceraria: Paolo Bussagli. Narratore: Francesco Maria Rossi. Vincenzo Guadagno, Osvaldo Diana: Marco Boncompagni. Madre del partigiano Pio Borri, donna di San Polo: Silvia Martini. Angelo, memoria: Emma Boncompagni. Passante, milite fascista, soldato tedesco: Giacomo Andreini. Sentinella, Giovanni Papini: Andrea Bertocci. La coreografia è diRosalia Carlino, l’accompagnamento musicale di Luca “Roccia” Baldini.

La trama vede come protagonista Mario Appelius, nato ad Arezzo nel 1892, a 15 anni imbarcatosi come mozzo e successivamente giornalista in Egitto. Nel 1922 aderì al fascismo entrando così nella redazione del Popolo d’Italia divenendo, anche grazie alla protezione di Mussolini, una delle penne più rappresentative del regime.

Corrispondente dalla Spagna e dall’Etiopia, come commentatore radiofonico, divenne famoso per il suo slogan “Dio stramaledica gli inglesi”.

La sua prosa, caratterizzata da uno stile enfatico volto a glorificare il fascismo, introduce la narrazione degli eventi bellici che contrassegnarono la vita aretina fino al giorno della liberazione, avvenuta il 16 luglio 1944.

Una coreografia di ispirazione guerresca precede un passo del membro del comitato di liberazione Vincenzo Guadagno, tratto dal libro di Antonio Curina Fuochi sui monti dell’Appennino toscano. Varie testimonianze sono affidate alle parole della madre di Pio Borri, primo partigiano a essere ucciso in provincia di Arezzo, del maestro antifascista Osvaldo Diana, omaggiato anche per l’indissolubile legame con il Circolo Aurora, di un avvocato ebreo scampato alle deportazioni grazie alla protezione offertagli da un milite fascista, di una guardia carceraria della prigione di San Benedetto, dove fu trucidato il leader politico Sante Tani, e di una donna che descrive l’eccidio di San Polo avvenuto due giorni prima della liberazione di Arezzo.

Una voce narrante collega e spiega gli eventi, intervallati dalle riflessioni del filosofo ebreo Walter Benjamin e dello scrittore e letterato Giovanni Papini, nonché da alcuni brani riferibili alla Bibbia e alla tragedia di Eschilo intitolata Le supplici, scritta e rappresentata in una città di Atene in cui per legge veniva condannato a morte chi distraeva, a fini bellici, i fondi destinati alle attività teatrali.

Emergono pertanto le vicende legate ai bombardamenti, alla persecuzione degli ebrei rifugiati, all’uccisione di Sante Tani e dei suoi compagni nel carcere aretino, ai rastrellamenti e ai crimini di guerra compiuti in danno della popolazione civile, alla visita del Re d’Inghilterra ai reparti inglesi accampati in città, alla tragedia dei militari caduti e dispersi, con un accenno alla storia del cosiddetto Omino d’Oro, il quale sostava in prossimità della stazione nella vana attesa che il figlio facesse ritorno dalla Russia.