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Arezzo ed Hebron: insieme nel nome della pace, della formazione e della cultura

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Arezzo ed Hebron: insieme nel nome della pace, della formazione e della cultura

Pace, arte, cultura, formazione: molti gli elementi di quel mosaico che è il progetto di collaborazione tra le città di Hebron e Arezzo.

Nei giorni scorsi è stato sottoscritto dal Sindaco Fanfani e dal presidente di “Hebron Rehabilitation Committee” il “memorandum of understanding” quale atto fondamentale per il partenariato fra Arezzo e Hebron che consente di accedere ai finanziamenti del programma ministeriale e dare avvio alle attività del progetto.

E dal 2 all’8 maggio un gruppo di studenti del Liceo Artistico, insieme a rappresentanti del Comune di Arezzo e ai vertici di Seum è stata ad Hebron per realizzare scambi formativi con studenti e giovani palestinesi che sono stati coinvolti nel progetto.

“Per i nostri ragazzi è stata un’esperienza molto importante – ha detto stamani il Dirigente scolastico Luciano Tagliaferri nel corso di una conferenza stampa nei locali della scuola. Hanno avuto la possibilità di aggiungere allo studio sui libri, una concreta esperienza sul campo”. E la professoressa Valeria Croci che ha accompagnato gli studenti ha sottolineato: “hanno sperimentato le attività di restauro e di catalogazione. E lo hanno fatto in paese straniero, misurandosi quotidianamente con una realtà sociali e culturale diversa”.

Il valore formativo dell’esperienza è stato sottolineato anche da Riccardo Stolzuoli, Presidente di Seum: “i ragazzi hanno lavorato per 4 giorni in una situazione veramente dura e non certo ordinaria. Non posso che ringraziare la scuola, il Dirigente Tagliaferri e la professoressa Croci, non solo per la disponibilità manifestata ma anche per la responsabilità che si sono assunti. E grazie anche al Comune di Arezzo per la partecipazione a questo progetto”.

“Questa di Hebron – ha sottolineato l’assessora alla cooperazione internazionale – è un’opportunità per a nostra città e per la scuola, grazie al finanziamento del Ministero degli esteri. Con l’amicizia tra Arezzo ed Hebron penso che possiamo dare un piccolo contributo alle politiche di pace e l’”esportazione” di competenze professionali può contribuire allo sviluppo della Palestina”.

Il progetto
Hebron, Al-Khaleel per gli arabi, che significa l’Amico, riferito ad Abramo la cui tomba insieme a quella di altri patriarchi si conserva proprio qui, è una delle più antiche città abitate del mondo, si trova in Cisgiordania a 35 chilometri a sud di Gerusalemme. Conta circa 200.000 abitanti palestinesi a cui si aggiungono i circa 700 ebrei che vivono negli insediamenti all’interno della città e i circa 7.000 ebrei della contigua Qiryat Arba.

Il progetto prevede il restauro e il recupero del fabbricato “Turkish Bath Al-Khaleel” edificio di epoca mamelucca (XV-XVI secolo), situato in un area strategica del centro storico di Hebron che ben si adatta alla destinazione individuata di Old City Visitor Center, sia per la collocazione nel al centro della città vecchia lungo la strada del souk che per la dimensione e l’organizzazione degli spazi interni.

L‘edificio evidenzia un degrado diffuso, in particolare derivato dalla scarsa regimazione delle acque meteoriche e da un’umidità di risalita a causa della sua posizione seminterrata. Dal punto di vista architettonico conserva in gran parte la struttura dell’hammam con sale e elementi di pregio ben conservati (sedute, capitelli, volte, pavimenti) e numerosissimi reperti archeologici ed etnografici. L’edificio originario si sviluppa su una superficie complessiva di 220 mq cui è stato aggiunto un vano e un corridoio coperto a collegamento con la strada del mercato di circa 90 mq per l’inagibilità dell’ingresso originario.