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Asl8 in prima linea per i controlli sugli alimenti, in collaborazione con tutte le altre autorità

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Asl8 in prima linea per i controlli sugli alimenti, in collaborazione con tutte le altre autorità
Aggiornamento Coronavirus

AREZZO – Le inchieste, diverse fra loro, che stanno interessando prima un commercio di pesce congelato, adesso quello di bovini, stanno provocando un giustificato e comprensibile allarme fra i cittadini.  Due Procure, quella di Arezzo e quella di Perugia, sono alla guida delle indagini affidate ai Nas. L’Azienda Sanitaria, che in molteplici occasioni è soggetto che partecipa fattivamente alle indagini e in altre ne è lo stimolo, con una lunga e intensa collaborazione con gli inquirenti, plaude all’azione dell’autorità giudiziaria che mira a tutelare gli interessi dei cittadini sotto il profilo sanitario e in altri casi per evitare autentiche truffe.

La Asl, che su ben definite materie ha anche funzioni ispettive e di autorità pubblica in grado di emettere sanzioni e prescrizioni operative, si augura che le inchieste in corso abbiano un iter spedito e in grado di definire le eventuali responsabilità  per riportare serenità anche fra i consumatori e, non di meno, fra gli operatori del settore.

Queste vicende provocano una forte apprensione fra i consumatori che vanno fugate, i controlli proseguono come programmato e anche negli ultimi mesi, sono state riscontrate e decise decine di misure sanzionatorie e coercitive in più parti della Provincia. Numerose sono state le chiamate ricevute dalle strutture veterinarie e della prevenzione, fatte da persone che chiedono consigli e chiarimenti sui prodotti acquistati o da acquistare.

I CONTROLLI SUGLI ALIMENTI

I controlli sulla qualità degli alimenti si basano su linee guida e normative regionali, nazionali ed europee. Il personale della Asl ha specifiche competenze in materia di accertamenti di natura sanitaria, avendo come missione la eliminazione del rischio per la salute. Mentre non le competono accertamenti di natura fiscale o commerciale, in genere materia di attività dei Nas, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato e delle Polizie Municipali.

Ogni giorno i veterinari della Asl eseguono controlli, in parte a campione, altri con un cronoprogramma dettato dalle norme in vigore.

Insomma, la Asl pienamente schierata dalla parte dei consumatori con gli strumenti (e a volte anche i limiti esistenti sotto il profilo legislativo e territoriale) che le sono propri. Con un servizio veterinario che da sempre garantisce un ottimo lavoro di accertamenti e consulenza ai cittadini, agli operatori e ovviamente anche alle autorità inquirenti con le quali sono in continuo e collaborativo rapporto.

Ciò non toglie che, come avviene in tutte le attività umane, si possano verificare episodi che escono dai binari ordinari, casi per i quali, appunto, esistono forme di accertamento ben precise. Si tratta di responsabilità personali che a parere della Asl devono essere accertate sia nell’interesse della collettività, che della Azienda e non ultimo, anche dei singoli professionisti che ne possono essere a vario titolo coinvolti.

 

LA DOCUMENTAZIONE SULLA STALLA DI CORTONA

Anche nella giornata di ieri la Asl ha fornito tutta la documentazione in suo possesso relativa alla attività accertata dai propri veterinari nella stalla di commercio situata nel cortonese, indagata dalla procura di Perugia. Documenti che ricostruiscono il percorso degli animali in ingresso e in uscita da quella stalla, nonché le procedure seguite, come prescritte dalle vigenti normative, dai veterinari dell’Azienda. Dagli incartamenti risulta che le certificazioni per l’uscita dei bovini rilasciate dal personale della Asl8 riportano le medesime indicazioni sanitarie presenti nei certificati di ingresso, rilasciate a loro volta dai veterinari competenti presso gli allevamenti di origine. Un episodio in particolare, risalente all’agosto del 2011, aveva allarmato il sistema di vigilanza sanitaria. Dall’Umbria il servizio veterinario segnalò un caso di brucellosi su un animale transitato da Cortona. Furono adottati dei provvedimenti anche in collaborazione con gli altri Servizi Veterinari coinvolti e con il comando dei Nas della Regione Umbria. La stalla su posta sotto sequestro. Gli animali furono tutti controllati e nessuno risultò affetto da brucellosi. Ma alla luce di quell’episodio, alla società che gestisce alla stalla è stato pressantemente  chiesto e suggerito di non far pervenire più altri capi dagli allevamenti pugliesi da cui era giunto il bovino infetto.

Agli atti, salvo diverse verità di cui l’Azienda non è a conoscenza, dalla Puglia nei successivi tre anni non è giunto alcun altro bovino.

In merito alla commercializzazione di animali con documenti imperfetti  rispetto alla razza (meticcio in luogo di chianina ad esempio) si tratta in un di quei controlli di tipo merceologico non di competenza della Asl.