Home Attualità Calcio: da Di Stefano a Grondona, la morte ha scosso mondo ‘pallone’ nel 2014 (3)

Calcio: da Di Stefano a Grondona, la morte ha scosso mondo ‘pallone’ nel 2014 (3)

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(AdnKronos/Dpa) – Il 2014 sarà ricordato anche come l’anno in cui il calcio spagnolo ha pianto l’allenatore che ha costruito la sua opera più gloriosa. Aragonés è stato il mentore della migliore generazione spagnola e il tecnico che, con la conquista di Euro 2008, ha aperto la strada ad una squadra che sarebbe poi diventata campione del mondo nel 2010 e campione europea di nuovo nel 2012, sotto la guida di Vicente del Bosque. “Luis ha la colpa di quello che sono come giocatore e ci ha mostrato la strada verso la gloria”, ha scritto Sergio Ramos sull’ex calciatore e allenatore, che è morto all’età di 75 anni a causa della leucemia. Un cancro è, invece, quello che si è portato via il tecnico del Barcellona, Tito Vilanova, a soli 45 anni. La sua morte è stato un duro colpo per il Barca, che un anno fa aveva lo avuto come allenatore dopo essere stato la mano destra di Josep Guardiola sul periodo più prolifico del club catalano.
La morte è stata però presente, in varie forme, nel calcio spagnolo. Per la prima volta in 11 anni è stato letale uno scontro tra tifosi, con una vittima. La morte è stata quella di un tifoso del Deportivo La Coruña in uno scontro con gli ultras dell’Atletico Madrid, che dopo averlo picchiato lo hanno gettato nel fiume Manzanares, fuori dallo stadio Vicente Calderon, dove è morto generando indignazione e stupore in Spagna. Un problema, però, rimasto molto usuale nel calcio latino-americano, che nel 2014 ha visto ancora una volta i suoi campi insanguinati in numerose occasioni. La violenza è comune anche in Sudafrica, dove c’è stato l’assassinio scioccante del portiere e capitano Senzo Meyiwa durante una rapina a casa della sua fidanzata a Vosloorus, 40 km a sud est di Johannesburg.