Home Nazionale Camera: il presidente o la presidente, scontro in Aula su uso linguaggio

Camera: il presidente o la presidente, scontro in Aula su uso linguaggio

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Roma, 21 ott.(AdnKronos) – Il presidente della Camera o la presidente della Camera? La questione è stato oggetto di un dibattito acceso e nervoso questa sera a Montecitorio, in chiusura di seduta. A dare fuoco alle polveri il deputato di Forza Italia genovese Sandro Biasotti, che è intervenuto per esprimere “malessere, rincrescimento e nervosismo” per un episodio “incredibile e increscioso, per il quale censuro la presidente Laura Boldrini”, accaduto giovedì scorso in Transatlantico, durante la discussione sull’alluvione di Genova. “Si è avvicinata a me -ha raccontato l’ex presidente della Regione Liguria -e mi aspettavo che mi desse la sua vicinanza e la solidarietà invece mi ha detto: ‘le mi deve chiamare signora presidente’. Sono rimasto basito, perchè certamente è una donna la presidente Boldrini, non so se è una signora”.
“Dedicare una sessione” dei lavori della Camera “all’uso del linguaggio, argomento già affrontato nella seconda metà degli anni Ottanta dalla commissione Parità”, ha allora proposto la deputata socialista Pia Locatelli. “Il linguaggio va declinato secondo il genere. Spesso mi capita di arrabbiarmi quando mi chiamano il deputato essendo io una deputata. Nel passato non avevamo le deputate, perchè c’erano quasi esclusivamente deputati; non parlavamo di ingegnera, perchè non c’erano le donne ingegnere, ma parlavamo di cameriera e diciamo che cameriera non è cacofonico e ingegnera sì”.
“Anche l’Accademia della Crusca -ha insistito Locatelli- si sta adeguando a questa evoluzione del linguaggio, perchè la lingua è un fatto vivo e sono d’accordo con la presidente Boldrini, quando chiede di essere chiamata la presidente”.
“Credo -ha affermato chiudendo il dibattito la vicepresidente Marina Sereni, presidente di turno dell’Assemblea- che sia materia su cui ritornare. Se capitasse che la presidenza chiama un deputato la deputata, credo che questo darebbe un po’ fastidio. Esistono due generi in natura e forse anche il linguaggio si deve aggiornare, troveremo il modo di tornare a riflettere serenamente e concretamente su questo, magari nella Giunta del Regolamento”