Home Attualità La Carovana Antimafie 2014 ad Arezzo: una giornata di riflessione e impegno

La Carovana Antimafie 2014 ad Arezzo: una giornata di riflessione e impegno

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La tappa aretina della Carovana Antimafie 2014, svoltasi il 16 maggio , è stata un’importante occasione collettiva per discutere e riflettere sul delicato tema della “tratta di esseri umani”. La giornata si è inaugurata la mattina con l’intervento, presso la Provincia di Arezzo, del magistrato Maria Grazia Giammarinaro che, insieme agli altri ospiti, ha parlato delle nuove forme di “tratta”, tutte accomunate dalla pratica dello sfruttamento. Durante il suo intervento la Dott.ssa Giammarinaro  ha sottolineato l’estensione semantica e pratica che il concetto di “tratta” assume oggi.  Infatti, la “tratta” non si limita più alla mercificazione sessuale dei corpi, ma comprende anche nuove forme di sfruttamento  operanti soprattutto all’ interno del mercato del lavoro, che sempre maggiormente riduce i giovani a mera manodopera da impiegare con orari e contratti di lavoro che ignorano i diritti fondamentali.

Tra gli esempi di “tratta” portati vi è lo sfruttamento lavorativo dei giovani nei call center e quello delle badanti e degli “operatori domestici”. Si annoverano, inoltre, tra le nuove forme di “tratta”, anche lo sfruttamento della manodopera nella raccolta dei frutti di bosco e nella deforestazione in Nord Europa e molti lavori nel settore della ristorazione. Ciò che accomuna le “vecchie forme di tratta” alle “nuove forme” è l’interiorizzazione dei meccanismi di sfruttamento da parte delle vittime stesse che, autonomamente e inconsapevolmente, si rendono disponibili all’ accettazione di trattamenti coatti. Come sottolineava Giammarinaro, infatti, vige un’omertà anche nell’ ambito del nuovo sfruttamento della manodopera.

I casi di violenza, per lo più psicologica, registrati nel mercato della nuova “tratta lavorativa” sono indicativi del silenzio esteso che vige a proposito di tale questione. Lo sfruttamento lavorativo di manodopera è un campanello d’allarme importante: mette infatti in luce -come sottolineava il magistrato- un “progetto” ben preciso, che cela la volontà di ridurre i diritti sociali e del lavoro. Si sono infatti venute a creare delle zone franche, in cui il “potere” riesce ad operare senza vincoli imponendo regole che non rispettano la dignità dei lavoratori. Queste zone franche sono i contratti di lavoro e tutto ciò che concerne l’occupazione oggi. Se i diritti dei lavoratori vengono ridotti, l’intera democrazia di un paese diventa assai più debole. La giornata del 16 Maggio ha quindi messo in evidenza proprio l’esigenza di una vigilanza più attiva sui diritti, affinchè non vengano più arbitrariamente ridotti,  e ha offerto ai partecipanti un’importante occasione di riflessione su temi attualissimi, che ci coinvolgono tutti in prima persona. Anche i rappresentanti del mondo sindacale, con l’intervento di Cgil e Cisl, sono intervenuti per approfondire il tema dello sfruttamento lavorativo.

La giornata ha poi visto impegnato anche lo sport in Piazza per dire “no alla tratta”. E proprio lo sport ha portato la voce di tanti giovani che hanno messo al servizio della lotta alla criminalità organizzata le loro abilità, perché anche lo sport diventa una forma d’impegno solidale  attivo per vincere la malavita e per difendere i diritti . Lo sport infatti si fa promotore di una logica radicalmente opposta rispetto alla mentalità corporativa delle associazioni criminali, in quanto promuove l’impegno e il reciproco miglioramento. In nome di valori come la solidarietà, la dignità umana e il rispetto, la Carovana Antimafie 2014 ha portato ad Arezzo un vento d’impegno attivo che, grazie a tutti i soggetti promotori, ci aiuta a maturare la consapevolezza che la lotta alle mafie e, quindi, la difesa dei diritti e della democrazia, partono anzitutto da ciascuno di noi.