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Cave di Quarata, l’economia al servizio del territorio

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Cave di Quarata, l’economia al servizio del territorio
Popolari Arezzo

Le cave di Quarata sono il banco di prova per dimostrare la capacità delle istituzioni di progettare il futuro del territorio aretino. A sostenerlo sono i Popolari per Arezzo che individuano nel progetto di bonifica e di riqualificazione dell’importante area alle porte della città una preziosa occasione per far convergere le diverse esigenze economiche, ambientali e urbanistiche. L’amministrazione comunale non sta però procedendo in questa direzione e, anche sul Piano Complessivo d’Intervento, sta dimostrando poca coerenza e scarsa lungimiranza, non nascondendo difficoltà nello strutturare una visione progettuale complessiva da attuare alla zona in questione. A denunciare questa situazione sono i Popolari per Arezzo che, attraverso il loro capogruppo Luigi Scatizzi, hanno espresso alla giunta le loro perplessità per la gestione dell’intera vicenda. «Sulle cave di Quarata – ha spiegato il consigliere comunale, – l’amministrazione sta tenendo distinti i progetti di riqualificazione da quelli di bonifica. Ancora una volta denota di non riuscire ad inserire in un quadro d’insieme le diverse questioni della tutela ambientale, dell’urbanistica e dell’economia, neppure in un’area che sta vivendo una situazione tanto complicata e intricata». Secondo i Popolari per Arezzo, il Comune dovrebbe farsi promotore di un legame tra i benefici economici da concedere alle imprese private e le ricadute in termini d’investimento sul territorio come opere pubbliche e di risanamento. La ghiaia e gli altri elementi commerciabili delle cave possono infatti portare profitti economici alle imprese private tramite le concessione di scavo ma rimangono pur sempre un bene della comunità, dunque alla pubblica amministrazione è richiesto di garantire che parte dei ricavi dell’area vengano destinati alla finalità di riqualificazione dell’intera zona, tutelando e garantendo gli interessi della comunità cittadina. «Il Comune deve farsi garante della collettività – aggiunge Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, – trovando un equo rapporto tra i benefici economici d’impresa e le ricadute positive sul territorio con investimenti in opere pubbliche e nel risanamento. Prima si riqualifica e poi si scava: l’amministrazione dovrebbe chiedere all’impresa privata a cui concede lo sfruttamento delle cave di anticipare o di far procedere i lavori di bonifica di pari passo alle attività economiche e estrattive. Con un’operazione del genere, la giunta riconquisterebbe credibilità tutelando l’economia, i cittadini e l’ambiente con un unico progetto complesso e integrato».