– (Adnkronos/Dpa) – Douglas ha detto proprio recentemente a Toronto che il cancro lo ha reso più coraggioso nella recitazione. Ha spiegato che ora ha più fiducia in se stesso ma è anche più esigente ed ha voglia di confrontarsi con cose diverse. Cresciuto all’ombra di una leggenda del grande schermo come suo padre Kirk Douglas (97 anni), Michael non ha avuto vita facile a Hollywood. Ha trovato il suo posto negli anni ’70 come detective nella serie televisiva “Le strade di San Francisco”, che divenne ben presto un grande successo.
A 31 anni ha prodotto lo psicodramma “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, che ha vinto cinque Oscar, tra cui quello al miglior film. Il suo secondo Oscar lo ottenne nel 1988 nei panni di Gordon Gekko, l’investitore senza scrupoli del drammatico “Wall Street” di Oliver Stone. Nel 2010 è tornato a girare una sorta di sequel, “Wall Street Money Never Sleeps”, senza però ottenere lo stesso successo.

Nei decenni passati tra i due film, Douglas ha recitato con Jane Fonda nei thriller sulla paura nucleare “The China Syndrom”; è stato molestato da Glenn Close in “Attrazione fatale” e manipolato da Sharon Stone nel thriller erotico “Basic Instinct”. Ha brillato come boss della droga in “Traffic”, insieme a quella che sarebbe diventata sua moglie, Catherine Zeta-Jones, che incarnava una trafficante senza scrupoli.
E ancora a 70 anni Douglas ha di che preoccuparsi quanto a lavoro. “Ant-Man” è il suo primo film di supereroi. E nel mese di novembre iniziera’ anche le riprese del thriller politico “Unblocked”, che lo vedra’ al fianco di Noomi Rapace e Orlando Bloom. Inoltre questo attore liberale potrebbe incarnare presto un presidente conservatore degli Stati Uniti. Douglas, che è anche un ambasciatore per la pace delle Nazioni Unite e da anni lotta per il disarmo nucleare, potrebbe infatti rappresentare Ronald Reagan nel film indipendente “Reykjavik”. Come riportato dalla rivista “Variety”, il regista islandese Baltasar Kormákur potrebbe potrebbe dirigere questo film sullo storico vertice del 1986 tra Reagan e Mikhail Gorbachov.