Home Nazionale Cinema: speranze e delusioni di piccoli napoletani ne ‘Le cose belle’ di Ferrante e Piperno

Cinema: speranze e delusioni di piccoli napoletani ne ‘Le cose belle’ di Ferrante e Piperno

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– Roma, 16 giu. (Adnkronos/Cinematografo.it) – Presentato oggi alla stampa, ‘Le cose belle’, diretto da Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, ha un precedente che merita di essere ricordato.
Siamo nel 1999 quando i due realizzano ‘Intervista a mia madre’, un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli. Dopo un casting estive sulle spiagge (affidandosi anche al megafono per convogliare i tanti bambini in vacanza), la scelta cade su due maschietti e due femminucce, Enzo e Fabio, Adele e Silvana. Alla domanda come immaginano il proprio futuro, tutti offrono risposte semplici e spontanee come di chi ancora sogna ”le cose belle”. Il lavoro viene trasmesso ma gli autori sentono che qualcosa è rimasto incompiuto. Forse il limite di tempo a disposizione, forse la sicurezza del passaggio televisivo: bisognava aggiungere qualcosa.
Ed eccoli quindi, dieci anni dopo, tornare a seguire i quattro ragazzi, ormai maturi per sapere qualcosa di più sulle loro vite di adulti. “Ci è sembrato che il film -dice Ferrente- gridasse la necessità di un aggiornamento continuo. Se nel 1999 avevamo una scadenza, ora avevamo la libertà di non finire mai (…)Abbiamo continuato ad osservare: i ragazzi, le loro famiglie, la Napoli che li circonda(…) Ma non eravamo all’inseguimento della spazzatura sparsa dappertutto o di altre immagini facili. L’intento è restituire l’impressione che abbiamo avuto noi nel raccontare i fiori che escono dalle rovine”.