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Consiglio Comunale 12 giugno 2014: il rapporto annuale della Giunta per il 2013

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Consiglio Comunale 12 giugno 2014: il rapporto annuale della Giunta per il 2013
Gisueppe Fanfani

Fanfani: “anno difficile ma con servizi garantiti e cantieri aperti”

“Un anno tra i più difficili che abbiamo affrontato garantendo i servizi e mantenendo aperti i cantieri, avendo al centro l’interesse dei cittadini. E tutto questo nonostante una fortissima carenza di risorse”.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha evidenziato in Consiglio Comunale come gli ultimi dieci anni abbiano drasticamente modificato il sistema delle autonomie locali: “nel 2002 il nostro bilancio era di 142 milioni di euro. Nel 2012 siamo scesi a poco meno di 81 milioni. Un calo di oltre il 40%. Nonostante questo abbiamo mantenuto i servizi sociali e quelli per l’infanzia. Una drastica riduzione, proprio in ragione del calo delle risorse, ha invece interessato l’intero settore dei lavori pubblici”.

Il 2013 è stato caratterizzato da significativi atti urbanistici tra i quali l’approvazione unanime, da parte del Consiglio Comunale, della revisione del Regolamento urbanistico e del nuovo Regolamento edilizio. Delibere che vanno nella direzione della semplificazione amministrativa, dell’incentivazione della qualità architettonica e dell’innovazione energetico ambientale.

“In tema di opere pubbliche sono proseguiti lavori che troveranno la loro conclusione il prossimo anno”. Fanfani ha ricordato, tra gli altri, campo scuola e foresteria dell’atleta, Teatro Petrarca, mercato coperto nelle Logge del grano, il piano terra del palazzo di Fraternita. Tra la fine del 2014 e gli inizi del 2015 è in calendario la conclusione dei lavori per la cassa di espansione sul torrente Castro e per la Fortezza Medicea. In programma, la realizzazione dei nuovi centri sociali a Tortaia e San Marco. Il 2013 ha visto anche un rinnovato impegno nel settore della manutenzione con 1 milione e mezzo di euro che sono stati destinati a strade, scuole e impianti sportivi. Investimenti anche nella sicurezza, sono in fase di collocazione 87 telecamere: 20 già collegate, 29 da collegare e 38 da collocare.

Icastica è stato l’evento culturale dell’anno con un forte rilievo nazionale e internazionale: 40 artiste hanno partecipato alla prima edizione e la seconda sta per partire.

Consueta e forte attenzione ai temi del sociale, dell’infanzia, dell’integrazione e dei giovani. Tra le realizzazioni di maggiore rilievo la Casa delle Culture in Piazza Amintore Fanfani e il Centro per la promozione dei diritti dei fanciulli e degli adolescentiin via Garibaldi. “Due luoghi che stanno sviluppando molte attività e che sono anche punto di riferimento di associazioni e volontariato. Il 2013 ha visto eventi che hanno contributo alla valorizzazione turistica di Arezzo. A gennaio la Festa della Befana a Roma e a dicembre l’uscita nelle sale del film che Leonardo Pieraccioni ha girato ad Arezzo, Un fantastico via vai. Novità anche per la Fiera Antiquaria con il passaggio della gestione dell’Associazione Fiera al Comune di Arezzo. Un passaggio che ha coinciso con la messa on line del nuovo sito dell’antiquaria e con l’organizzazione di un fitto calendario di eventi collaterali per il 2014”.

Tra i temi politici del 2013, il Sindaco Fanfani ha ricordato la difesa del 118, la battaglia contro la tassa sui fossi e per il mantenimento della Provincia.

“Attenzione adesso alla fase delicata del passaggio di competenze e personale dalle Provincie ai Comuni. Con questo spirito – ha concluso il Sindaco – non manca la consapevolezza che quella che abbiamo collocato è solo una pietra dell’edificio che vogliamo costruire”.

Marco Tulli ha replicato per primo alla relazione: “mi pare di avere capito che abbiamo accennato al Piuss, che è una cosa a parte, poi però abbiamo parlato della Befana, di Pieraccioni, dei fossi, insomma tutti passi ‘fondamentali’ per la dignità di una città. Abbiamo parlato della Lebole, tre capannoni, abbiamo parlato di una battaglia demagogica, il 118, abbiamo parlato di qualche bicicletta parcheggiata oramai da anni e fra poco si aggiungeranno le macchine. A fronte di tutto questo io rivendico il programma di mandato 2011-2016 che non parlava di tre capannoni alla Lebole, dei fossi, della Befana e di Pieraccioni, proponeva semmai un nuovo modello di welfare, una politica culturale, presenza pubblica da difendere nell’insegnamento, raccolta differenziata al 65%, fruizione per i giovani delle prospettive europee, Arezzo città della partecipazione: su questi punti avevamo ottenuto la fiducia dei cittadini. La domanda è: a che serve fare un programma se poi ognuno fa quello che vuole? Bisogna lavorare per la coesione e costruire un senso di comunità che riavvicini i cittadini alle istituzioni. È necessario invertire decisamente la rotta: nei contenuti e nel metodo”.

Roberto Bardelli: “il 2013 è stato un anno totalmente disastroso per la giunta monocolore Pd. Forse l’1% del programma è stato portato a termine. Manca totalmente la manutenzione della città e le periferie sono abbandonate. I lavori pubblici sono fermi. La giunta è in lotta perenne con i dipendenti e cioè con coloro con i quali dovrebbe collaborare. La raccolta porta a porta dei rifiuti è ferma all’area della Valdichiana. Il Presidente Ralli ha fatto un attacco ben preciso a questa amministrazione e al partito che la governa. Il Pd non è stato in grado di mantenere il numero legale. La città è destinata a un lento e inevitabile declino”.

Roberto Barone: “per quanto riguarda la manutenzione, il milione e mezzo di investimento nel 2013 non ha dato risultati visibili viste le situazioni di degrado che continuiamo a registrare. Non ci sono stati interventi  sugli edifici pubblici per l’adeguamento alle norme antisismiche. In tema di ambiente, la relazione del Sindaco non parla delle cose non fatte come ad esempio gli interventi nel triangolo delle cave di Quarata e la mancata estensione del ‘porta a porta’ nel centro della città. I servizi educativi avrebbero dovuto mantenere una centralità ma in realtà la Giunta sta lavorando al loro smantellamento. Il turn over degli insegnanti non è stato rispettato come era stato promesso e come sarebbe stato possibile. Per la manutenzione delle scale mobili, si continua a spendere senza fare una gara che farebbe risparmiare. Le iniziative del Comune non hanno favorito lo sviluppo turistico di Arezzo: mentre si studia l’ammalato, si rischia di vederlo morire. Infine non ci sono interventi che favoriscano lo sviluppo e l’occupazione”.

Roberto Ruzzi: “il documento proposto dal Sindaco non contiene nemmeno l’indice degli argomenti. Il manifatturiero, gli impresari che fanno fatturato li abbiamo persi, stanno tutti attorno, Casentino, Valdichiana, proviamo a riportare il loro interesse su Arezzo. Avete interesse a confrontarvi? Noi siamo sempre presenti nelle commissioni, venite intanto in questa sede”.

La riflessione di Daniele Farsetti ha sottolineato il “tono pacato del Sindaco nell’esposizione, quasi sfumato. La mia impressione è che questa amministrazione non abbia capacità propositiva ma si limiti alla gestione dello status quo e al rispetto degli obblighi di legge. Parliamo di un secondo mandato che dovrebbe essere libero dai condizionamenti e invece pare ingessato. L’immobilismo è la peggiore delle colpe in questo momento storico. Di politica di sviluppo in questo documento non c’è nulla. Secondo me questa amministrazione è giunta al capolinea, credo che gli stessi elettori del Pd sentano l’esigenza di un profondo cambiamento”.

“Abbiamo in effetti – ha sottolineato Luigi Scatizzi – l’obbligo di lanciare il cuore oltre l’ostacolo delle risorse finanziarie. La questione del lavoro, anche se non è stretta competenza del Comune, deve essere fondamentale. Sfruttando capacità di contatto ed esperienza politica. Il ruolo della politica, dunque, può sopperire ai vincoli di bilancio, per trovare forme si sostentamento sostitutive per giovani e famiglie. Come azione amministrativa rilevo che ci siamo concentrati sul centro storico, è il momento di guardare alle frazioni. Non mi risulta poi ci sia un disegno organizzativo della struttura e del personale comunale. Anche un’organizzazione efficiente può sopperire a risorse limitate. Molte aziende infine si sono trasferite come centro strategico fuori provincia, Tiemme, Sei, Estra, l’università è in bilico, forse per esse dovevamo puntare i piedi per ottenere qualcosa”.

“Il giudizio positivo sulla Giunta – ha detto Rodolfo Rossi – dipende da ciò che ho vissuto in questo anno, quando è stata data soluzione positiva ad alcuni problemi della città. Noi amministratori del gruppo Pd siamo soli a tenere in piedi questa Giunta. Abbiamo dunque raggiunto un primo obiettivo politico: mantenere in vita il governo cittadino. È molto meglio di una città gestita da un commissario prefettizio. La nostra dialettica è alla luce del sole, pensiamo all’area Lebole dove in Consiglio Comunale il presidente del Consiglio ha espresso le sue idee. I punti che sono nel programma vanno conquistati giorno per giorno, il fatto che non siano raggiunti subito, non giustifica lo scompaginare una Giunta. Le questioni programmatiche restano tutte aperte e si può tornare a collaborare con quelle forze che hanno deciso di lasciare la maggioranza. Ma se non succederà abbiamo il dovere di andare avanti”.

“Andare avanti con un governo ‘anatra zoppa’ non è il massimo – ha sottolineato Luigi Lucherini –  devo ricordare che la mia presenza in questa aula è al servizio della città. Lo sono sempre stato, fin dalla mia esperienza di sindaco, contro la quale venne perfino paventata una commissione per le rotatorie. Le rotatorie non le ho inventate io, le avevo viste in giro per il mondo e pensai di adottarle anche ad Arezzo per agevolare il traffico e diminuire gli incidenti. In realtà chi pare non cogliere la realtà aretina è, ad esempio, il proponente della soluzione attuale sulla Lebole, un’area a sé stante, un’isola che non si integra con il tessuto urbano. Se la città, solo in virtù della logica dell’obbedienza politica, dovrà subire una stasi di altri due anni non posso essere soddisfatto. La vera politica anticipa gli eventi, lo stazionare sul quotidiano è la sua negazione. Non ho sentito una parola sull’economia: nel 2002, questa città era al sesto posto nazionale per reddito pro capite, oggi non oso pensare in quale posizione sia. Allora il problema è preconizzare il futuro, almeno provarci. Se qualcuno nella maggioranza dice di volere la nostra collaborazione, credo di aver dimostrato nelle commissioni lo spirito positivo di cui sono dotato, perché io guardo e parlo solo ai cittadini”.

Gianni Cantaloni: “se devo fare un appunto al Sindaco è la mancanza di una Giunta che parla come un coro organico. Nel quadro politico, ci sono movimenti che sorgono e acquisiscono credibilità, nessun risultato è scontato. Non si può per altri due anni andare avanti stando su un orizzonte giornaliero. La manutenzione: abbiamo 4-5 operai per gestire un territorio. Sono rimasti solo loro. Quali soluzioni state adottando? Ecco allora un caso concreto in cui il coraggio deve prevalere. Se è arrivato il momento di un’analisi politica seria, avete alcune opzioni: una è andare a capo e sciogliere tutto oppure provare ad aprirvi a nuove scelte politiche. Ma andare avanti così la città non lo tollera più”.

L’assessore Marcello Caremani ha sottolineato i dati sulla casa: “600 nuove domande per alloggi popolari, 36 assegnatari sono veramente il minimo. Il nostro impegno per l’edilizia residenziale pubblica non viene meno: abbiamo il progetto ‘Giovani sì’, tanti spaccati, ma cerchiamo di dare una svolta in direzione dell’organicità. Abbiamo fatto la prima conferenza provinciale sulla casa e la Regione ha colto lo stimolo con la messa in pratica di un’Agenzia sociale per la casa”.

L’assessore Paola Magnanensi ha ricordato di lavorare con impegno su ogni questione. “Per la Fiera Antiquaria si stanno vedendo i primi frutti in termini di gradimento e presenze. Sono 4 mesi che i 120 banchi sono completi. Abbiamo entusiasmo attorno, non solo crisi, ci sono aziende giovani che crescono, verso questi soggetti abbiamo una grande responsabilità”.

Matteo Bracciali: “accolgo gli accorati appelli all’impegno e al gioco di squadra. Noi siamo l’organo politico di indirizzo di questa città, non possiamo fare finta che non esista il contesto nel quale operiamo. Quello che è successo a Perugia e Pavia, città a noi simili, mi ha fatto riflettere. Due sindaci molto amati hanno perso perché non hanno saputo interpretare la volontà di rinnovamento. Solo tre sindaci capoluogo di provincia, nella recente tornata amministrativa, sono stati capaci di raddoppiare il loro mandato. Poi ribadisco che è necessario un percorso per il Pd, dove il partito non si chiuda in un fortino ma apra un ragionamento politico. Adesso c’è la necessità di riprogrammare il Comune nella direzione del reperimento delle risorse: l’urbanistica sta fortemente su questo piano perché per noi l’urbanistica non è solo pianificazione territoriale ma capacità di attrarre soggetti che vogliono investire nel territorio. Il sociale: resta l’impegno a garantire risposte ai bisogni. La cultura: Icastica è un contenitore, non si esaurisce ovviamente la cultura con l’arte contemporanea, ci sono l’opera di Piero della Francesca, la Chimera, non abbandoniamo alcuna strada perché vogliamo che tutto trovi spazio nella città capoluogo”.

Il Sindaco nella replica ha riconosciuto la grande serietà della discussione: “è stato espresso collegialmente un sentimento di preoccupazione per il futuro, ho sentito evocare la necessità di guardare avanti. Condivido questa impostazione, sia chiaro, i toni pacati non significano mancanza di idee. Decenni fa, i sindaci vedevano aprire un’azienda al giorno, oggi la situazione è diversa ma questo non autorizza a giudicare negativamente questa amministrazione. Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto con senso del dovere. Mai ho avuto sudditanza verso il partito di appartenenza ma ringrazio il Pd per il senso di responsabilità che ha mostrato in questi mesi. Sono fiducioso che il nuovo corso che ha investito il Pd possa davvero riverberare effetti positivi sulla speranza di rinnovamento dell’Italia. E sul programma: non si può dire di averlo tradito quando sulla scuola, ad esempio, diamo risposta al 100% della domanda grazie a un sistema integrato efficiente e sotto controllo pubblico. La pubblicità di un servizio non deriva dal fatto che sia materialmente effettuato da dipendenti pubblici ma dai criteri di svolgimento, che sono innanzitutto il rispetto dei valori costituzionali. Voglio citare un motivo di orgoglio: i criteri di legalità ai quali abbiamo improntato la nostra azione sono così radicati che costituiscono un patrimonio collettivo”.

La relazione è stata approvata con 15 voti favorevoli, 6 contrari, 2 astenuti e un non votante.