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Consulta: Crimi, militarizzano organi costituzionali, è golpe dolce

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Roma, 2 ott. (Adnkronos) – “La militarizzazione degli organi costituzionali. Stiamo assistendo ad un golpe dolce, zuccheroso, nel più assordante silenzio dei media, sempre più asserviti e pronti a confezionare il pacco per renderlo digeribile”. Lo scrive il senatore M5S Vito Crimi su Facebook, commentando la sedicesima fumata nera per l’elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune.
“La Corte Costituzionale – sottolinea il grillino – è un organo costituzionale al quale la Carta conferisce un ruolo di garanzia. Al suo interno dovrebbe annoverare personalità di altissimo profilo e competenza nella materia giuridica, libere da vincoli di partito e ideologie precostituite, e garanti della puntuale applicazione della legge. Negli anni abbiamo assistito ad una progressiva erosione della qualità caratterizzante della Corte, e dai massimi cultori del diritto siamo passati ai tecnici d’area, ovvero esperti della materia, ma politicamente connotati, e colorati”.
“Adesso – per Crimi – abbiamo superato ogni limite. Il prossimo obiettivo è parcheggiarci dentro dei politici. Il fatto che ad esercitare quelle funzioni debbano essere i massimi esperti e virtuosi della giurisprudenza che questo Paese ha da offrire, ha poca importanza. In Italia il merito e la professionalità sono optional, requisiti secondari. Se ci sono, bene, se non ci sono, fa niente. E così fanno capolino i nomi di Luciano Violante, Antonio Catricalà e Donato Bruno. Teneri virgulti ai quali si aggiunge oggi anche Ignazio Francesco Caramazza, classe ’37. Quando si sveglieranno i cittadini da questa anestesia? I media al guinzaglio – attacca il senatore M5S – si concentrano sul mancato accordo. Come i prestigiatori catalizzano l’attenzione degli spettatori lontano da dove si realizza il trucco, così i media servi del potere distraggono i cittadini vomitando loro addosso il gossip del mancato accordo dei franchi tiratori all’interno del Pd e allontanano i riflettori dal cuore del problema: la militarizzazione della Corte costituzionale”.