Home Attualità “Le crisi mondiali in Medio Oriente e Russia devastanti per l’economia aretina”

“Le crisi mondiali in Medio Oriente e Russia devastanti per l’economia aretina”

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 Il presidente Vannetti: il mercato interno è fermo, occorre tenere duro puntando sempre di più e meglio sulla qualità dei prodotti destinati ai mercati internazionali

“L’effetto delle crisi internazionali, con focolai di guerra in Medio Oriente e tra Ucraina e Russia, mercati fondamentali per i nostri prodotti in oro e per la moda, sta  mettendo a dura prova l’economia aretina, che, fortemente vocata all’export, paga pesantemente questa situazione, in particolare per quel che riguarda le Pmi”.

Sono parole del presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti, dopo l’analisi dei dati forniti da Istat e di Confartigianato Arezzo, che, letti insieme, forniscono un dato più che allarmante,  tenendo conto della debolezza assoluta del mercato interno.

Partendo dai dati dell’istituto di statistica si legge che siamo in recessione. A causa delle crisi mondiali, infatti, sia esportazioni che importazioni sono in calo: l’export ha segnato a luglio un calo dell’1,6% rispetto al mese precedente, mentre l’import ha registrato una contrazione del 2,5%. La diminuzione congiunturale dell’export spiega l’istituto di statistica, è determinata principalmente dalla contrazione delle vendite proprio verso i mercati ExtraUe (-2,7%).

Questo lo scenario, al quale si va ad associare, in maniera drammatica, quello locale. I dati a disposizione di Confartigianato Arezzo dicono infatti che, quello che fino a poco fa era –  e si spera nel futuro prossimo possa tornare ad essere –  un punto di forza, e cioè la fortissima vocazione all’esportazione della nostra provincia, si sta rivelando, al momento, un boomerang.

I dati dicono che gli artigiani aretini hanno una vocazione all’export valutata nel 91,1%, in assoluto e di gran lunga la più forte della Toscana, se si pensa che questa particolare classifica vede Massa Carrara al secondo posto e Prato al terzo ma con distacchi abissali: Massa al 39,8% e Prato al 35,6.

“In tutti i casi Arezzo  – spiega ancora Vannetti – ha una propensione all’export più che doppia, che sta però scontando in forma drammatica la gravissima situazione internazionale, tanto che un altro dato, questo del tutto negativo, dà un’idea della drammaticità della situazione e cioè le ore di cassa integrazione autorizzate per l’artigianato”. Ad Arezzo sono un’enormità: 1 milione e 74mila, il che ci colloca al secondo posto regionale solo sotto Firenze che ne ha circa 1 milione e mezzo. Ma Massa Carrara e Prato, prese a confronto prima, sono a poco più di 200mila la prima e a poco più di 600mila la seconda, comunque circa la metà rispetto al dato aretino.

“Visto lo scarto rispetto alla vocazione all’export, tutto ciò dimostra in pieno come l’inquietante scenario mondiale incida pesantemente, effetto della globalizzazione ormai assoluta, sulla nostra economia. – conclude Ferrer Vannetti – Alle imprese artigiane aretine non resta, quindi, che tenere duro puntando, come stanno facendo sempre di più e meglio, sulla qualità dei prodotti, del Made in Italy, unica carta a disposizione per mantenere viva la presenza sui mercati internazionali malgrado la gravissima situazione mondiale, che auspichiamo possa trovare al più presto soluzioni adeguate di pacificazione”.