I Taglieschi ad Anghiari hanno successo, ieri come oggi. La conferenza che si è svolta sabato alle ore 17:30 presso il Museo Statale è stata inaugurata dagli interventi di benvenuto del sindaco di Anghiari Riccardo La Ferla e della direttrice di Palazzo Taglieschi Luisa Caporossi (presente anche l’Assessore al turismo e alla cultura di Anghiari Miriam Petruccioli) ed è stata condotta da Gabriele Mazzi, Direttore del museo comunale dedicato alla “Battaglia di Anghiari”, il quale ha tra l’altro condotto importanti studi sulla famiglia. La sua narrazione sulle vicende storiche dei Taglieschi (una delle famiglie più note di tutta la Valtiberina Toscana e non solo) è stata caratterizzata dalla partecipazione di un pubblico numeroso che ha seguito con attenzione ogni passo dell’interessante racconto.
Ecco gli spunti più significativi che sono emersi nel corso della conferenza.
Le connessioni dei Taglieschi fra fine XVI e gli inizi XVII secolo con l’ambiente Granducale mediceo, fanno emergere la figura di Francesco Taglieschi, dottore in legge che per circa venti anni guida, prima come cancelliere poi con altri importanti incarichi, la città toscana di Prato.
Francesco divenne determinante nell’amministrazione della città sorta sulle sponde del Bisenzio, tanto da essere chiamato “Duca di Prato”, posizione ricoperta anche grazie alla fiducia concessa dai Granduchi De’ Medici, che lì attorno avevano molti interessi (solo per citare il più noto la villa con le annesse tenute di Poggio a Caiano).
I figli di Francesco, Pietropaolo e Lorenzo, ci permettono oggi di ripercorrere le vicende familiari e storiche di quel periodo, lasciandoci penetrare nel loro ambiente culturale, negli interessi personali, politici e patrimoniali, grazie alla necessità del racconto, molto spesso storicamente accuratissimo.
Partendo dalle suggestioni nella storia familiare dei Taglieschi, durante la conferenza del 20 settembre 2014, sono stati affrontati alcuni dei passi più significativi della storia che lega indissolubilmente Anghiari, Firenze e Prato con questa illustre famiglia, oramai estinta. Partendo dalle origini dell’arme (lo stemma) fino alle vicissitudini della prima metà del XVII secolo, il racconto ha evidenziato come queste persone abbiano lasciato una mole di scritture che permettono oggi di ricostruire, intrecciare, ricucire la storia di Anghiari e di una parte di Toscana, con gli occhi, la mente e il cuore degli ultimi di casa Taglieschi.