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Danielle Villicana D’Annibale espone ad Arezzo dal 21 marzo al 2 aprile 2014

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Danielle Villicana D’Annibale espone ad Arezzo dal 21 marzo al 2 aprile 2014

Negli spazi di Via Cavour 85, ad Arezzo, inaugura venerdì 21 marzo 2014, alle ore 18,00, la mostra personale di pittura dell’artista californiana Danielle Villicana D’Annibale dal titolo Cocktails.
L’esposizione ospiterà una selezione di circa trenta opere recenti, inediti ad Arezzo.
La personale presenta il percorso astratto dell’artista americana nell’ultimo anno di attività, una sorta di “ready-made Dada Pop”, e proseguirà, a ingresso gratuito, fino a mercoledì 2 aprile 2014 con il seguente orario: dal martedì al sabato, dalle ore 16 alle 20 o dietro appuntamento (chiuso domenica e lunedì).

Danielle Villicana D’Annibale è una personalità vivace e poliedrica. Musicista, teatrante, studiosa d’arte, pittrice, scultrice, ceramista, scenografa, curatrice e gallerista, ella ha preparato la mostra ispirandosi ai pensieri di Marcel Duchamp e Francis Bacon.
Una personale che da evento espositivo si trasforma in gioco teatrale, grazie a dipinti informali in cui la materia densa e lacerata dialoga con la tridimensionalità dei pacchetti di sigarette e di zucchero, o con i blisters di medicinali, andando a creare un linguaggio complesso e distintivo.
Tre i protagonisti: pacchetti pieno di zucchero, blister vuoto di medicinali e pacchetto vuoto di sigarette. Oggetti all’apparenza privi di valore, che acquistano nuovi significati.
Si tratta di opere dai toni sgargianti – spiega critico d’arte Matilde Puleo, – dalle composizioni ora rigorosamente geometriche ora più scomposte che lasciano correre tra le righe una leggerezza che parrebbe essere una critica alla società dei consumi, ma che in realtà, lascia spazio all'ottimismo – per dare un nome alla doppiezza delle nostre convinzioni, sempre a metà strada tra l’incertezza paralizzante e la presunzione di essere noi il furbo di turno.
Amici e nemici, conforti e paure, elisir di lunga vita e veleni mortali. Ci serve tutto quello zucchero? E i medicinali ci salvano davvero la vita? Il fumo ci dà pace e serenità? Grazie a loro possiamo vivere felici e contenti?
Questi e altri i quesiti che Danielle Villicana D’Annibale lancia con una mostra eccentrica che, come afferma critico d’arte Francesco Giulio Farachi, con orma festosa, entra dagli occhi, lacera i veli del nostro disincanto, ci toglie la maschera rassicurante dello spettatore e ci conduce nel teatro dei giorni nostri per farci ritrovare al centro d’un palcoscenico allestito dove incontriamo sempre le nostre paure, la nostra ignavia, la nostra gioia drogata, la nostra inconsapevolezza e la nostra ragione. La scoperta, ancora estetica, ma non più estatica, del mondo che noi facciamo.

Dicono di lei:
“…non si può delimitare l’attività artistica di Danielle Villicana, proprio perché l’artista esprime una volontà onnivora di abbracciare stili, movimenti, linguaggi, tecniche e media, ma che converge in un solo grande progetto, mai fermarsi, superare di continuo i limiti per condurre nuove esperienze cognitive che è poi il senso più profondo dell’arte. Ma forse potremmo suggerire un percorso che, tenendo conto delle nutrite sollecitazioni e seduzioni, vede Danielle Villicana partire dalla solida costruzione e concretezza del “mestiere” dell’artista, ripercorrendo la storia dell’arte per rivendicare anche l’affresco, e arrivare gradatamente a spogliarsi del bagaglio classico e figurativo, accedere all’astrattismo e all’informale, approdare all’oggettuale, al combine painting di Rauschenberg, per ritrovare infine una libertà espressiva che coniughi vita e arte”.
Michele Loffredo, critico e storico dell’arte
“…Scenografa, pittrice, gallerista, scultrice, ceramista e teatrante, Danielle incarna lo spirito americano, intendendo con questo, come scrive Loffredo, la sua formazione culturale avviata a Laguna Beach, proseguita a Los Angeles e completata a Firenze. L'intera esperienza artistica di Danielle è documentata nella mostra aretina intitolata American Spirit e nella quale si propone l'interesse accademico alla pop art americana e le denunce nei confronti della commercializzazione delle sigarette, pernio dell'ultima serie intitolata Cigarettes box paintings immagini cromaticamente forti, illimitate ed espressione di un fare astratto che non ha confini…”
Liletta Fornasari, storica dell’arte