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Ebola, strutture pronte ad ogni evenienza

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Ebola, strutture pronte ad ogni evenienza
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Sono in corso da settimane simulazioni in più aree dei nostri ospedali. 

AREZZO – Cresce in tutto il mondo l’allarme per l’Ebola. Superata la soglia dei quattromila decessi accertati nei Paesi africani dove si è sviluppato il focolaio, adesso tutti i Paesi del mondo hanno alzato il livello di guardia nel tentativo di impedire l’ingresso di soggetti infetti in grado di diffondere la malattia. Stati Uniti e Spagna hanno registrato le prime vittime, mentre altre persone, provenienti dall’Africa (in genere medici, missionari e personale delle Ong che assistono le popolazioni colpite dall’epidemia) sono in cura in centro specializzati.

Da settimane anche in Italia è attivo un sistema di “filtro” in porti e aeroporti. Ma è l’intero sistema sanitario nazionale ad essere stato allertato, con la predisposizione di protocolli di gestione di eventuali casi sospetti sui quali eseguire poi i relativi accertamenti.

Una pratica consolidata negli ospedali e strutture sanitarie anche per altre malattie, sempre contagiose. Si pensi alle meningiti, alla tubercolosi, al tifo. Quindi un sistema di accoglienza e gestione dei pazienti e di tutela della popolazione e del personale sanitario, con percorsi ed azioni ben definite, secondo le linee guida del Ministero della Sanità, che si richiamano a loro volta a quelle dell’Oms.

Un tema al centro anche di alcune azioni che nelle passate settimane hanno coinvolto più aree degli ospedali della nostra provincia.

L’ultima proprio ieri in presenza di un soggetto giunto da un paese africano con febbre alta, al pronto soccorso di Arezzo.  L’indagine epidemiologica e gli accertamenti effettuati hanno evidenziato un’altra patologia tropicale.

L’attivazione del protocollo è stata comunque utile a testare il sistema e la simulazione è andata avanti per diverse ore, creando anche curiosità (e in qualche caso apprensione) fra gli utenti del San Donato che hanno notato  una attività inconsueta, con personale che indossava speciali tute.

Azioni, è bene che i cittadini lo sappiano, che saranno ripetute nei prossimi giorni un po’ in tutti i presidi ospedalieri.

Quindi, chi dovesse trovarsi di fronte a personale nelle corsie e nelle sale con tute protettive, sappia che si tratta di esercitazioni svolte proprio per testare i percorsi definiti dai protocolli di tutela di tutta la popolazione, con particolare attenzione al personale sanitario e assistenziale, il più esposto ad eventuali contagi. Per la cronaca, dai cinque pronto soccorso dell’Azienda sottolineano che al momento non sono mai giunte, dall’esplosione della epidemia di Ebola in alcuni Paesi africani, persone con “forte sospetto” di infezione.