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Emilia Romagna: cresce export agro-alimentare, +5,4%

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Bologna, 4 giu. (Labitalia) – Cresce l’export dei prodotti agroalimentari emiliano-romagnoli che nel 2013 hanno raggiunto un valore complessivo di 5 miliardi 471 milioni, mettendo a segno rispetto all’anno precedente un +5,4%, a fronte di un aumento, su scala nazionale del 4,9%. Un dato tanto più importante se confrontato con il calo dei consumi interni in atto da alcuni anni. Il dato è stato fornito ieri, a Bologna, in occasione della presentazione del Rapporto agroalimentare dell’Emilia-Romagna, promosso da Regione e Unioncamere, che fotografa l’andamento dell’agricoltura e dell’industria alimentare regionale.
“Siamo la prima regione per export agroalimentare in Italia, con una percentuale del 16%, dato che ci pone davanti anche alla Lombardia -ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni- ma vogliamo crescere ancora, perché siamo la terra della Food Valley, abbiamo la più alta quota di prodotti Dop e Igp e grandi marchi famosi nel mondo”.
Per Rabboni, la ricetta per competere sui mercati sta in un rafforzato gioco di squadra a livello nazionale. “Dobbiamo muoverci in sintonia con i recenti provvedimenti assunti dal governo, per contrastare le barriere non tariffarie e per garantire anche fuori dall’Europa la tutela dalle contraffazioni delle nostre più importanti Dop Igp. Per questo è indispensabile che anche l’accordo di libero scambio che si sta predisponendo tra Ue e Usa sia sulla falsariga di quello con il Canada che introdotto anche in quel Paese il riconoscimento dei prodotti a denominazione d’origine europei”, ha sottolineato l’assessore, ricordando l’accordo in corso con lo Stato del Delaware per l’esportazione di Pere Abate e delle altre Dop e Igp dell’Emilia-Romagna.
Tra i recenti provvedimenti del governo richiamati da Rabboni anche la decisione per il prossimo anno di triplicare i fondi per la commercializzazione e promozione delle Dop e Igp in Usa e Canada attraverso la grande distribuzione organizzata. Proprio per concorrere al gioco di squadra nazionale l’assessore ha indicato la necessità che Regione e Unioncamere “indirizzino su Canada, Stati Uniti e Cina le proprie iniziative di accompagnamento all’estero delle piccole imprese agroalimentari, integrando tale azione con la formazione di reti di impresa e aggregazioni commerciali che possano agire autonomamente”.
Dal canto suo, la Regione aiuterà le imprese agroalimentari dell’Emilia-Romagna ad andare sui mercati esteri, sia grazie alle risorse dell’Ocm vino (circa 9 milioni di euro all’anno per la promozione extra Ue), sia attraverso le risorse del nuovo Psr espressamente destinate alla promozione e alle reti di impresa per la commercializzazione sui paesi esteri. Molto potrà venire anche da Expo 2015. In vista di questo importante appuntamento già ora si sta lavorando a una serie di eventi commerciali incardinati sulle fiere Cibus, Cibus Tech e Sana oltre a un bando che finanzierà iniziative di incoming di buyer stranieri.
Anche per Maurizio Torreggiani, presidente di Uniocamere, “il primato dell’Emilia-Romagna nell’export di prodotti agroalimentari va considerato un punto di partenza”. “Sta a noi, come sistema territoriale, lavorare d’iniziativa per aumentare il numero delle imprese esportatrici aiutandole a cogliere le opportunità. Le Camere di commercio sono impegnate a sostenere il riposizionamento delle aziende nello scenario internazionale, agendo in sinergia con i principali soggetti, a cominciare dalla Regione. Raccogliere la sfida di Expo 2015 significa puntare a ottenere ricadute permanenti sullo sviluppo del territorio regionale”, ha concluso.