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In un anno nate 3.500 imprese con alto tasso innovazione

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Milano, 4 giu. (Labitalia) – Sono circa 3.500 le imprese artigiane con alto tasso di innovazione nate in un anno in Italia, di cui circa 700 in Lombardia (il 3,8% dei nuovi artigiani è legato ai settori non tradizionali). Sono alcuni dei dati diffusi, a Milano, in occasione della presentazione del documentario ‘Avanti artigiani’, ideato dalla fondazione Bassetti in collaborazione con le Camere di commercio di Milano e Monza-Brianza, Confartigianato Lombardia e Credito Valtellinese.
Tra i settori, in Italia, scelti dagli artigiani ci sono le attività professionali, scientifiche e tecniche (2.011 imprese artigiane iscritte), le attività legate alla produzione di software e consulenza informatica (722) e le attività dei servizi d’informazione e informatici (546). E una su venti (184 su 3.500) si occupa di produzione cinematografica e video.
Il film documentario è stato realizzato dalla sede milanese del Centro sperimentale di cinematografia, con la regia di Teresa Sala, sulla base di un progetto curato da Manolo De Giorgi e Andrea Kerbaker. Le 22 piccole e medie aziende artigiane di Milano, Monza e Brianza protagoniste, sono state selezionate per la capacità di innovazione a prescindere dal settore di produzione.
“L’artigianato rappresenta -spiega Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano- un punto di riferimento nella dimensione internazionale dei rapporti economici delle nostre piccole e medie imprese. Trova un punto di forza nella qualità, buon gusto e creatività, caratteristiche del made in Italy dei nostri operatori. La capacità artistica, l’unicità del prodotto, i materiali sapientemente assemblati sono alla base di una competitività che è diventata simbolo di uno stile di vita conosciuto ed apprezzato all’estero”.
“Se le imprese non corrono e non battono nuove strade -sostiene Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza- in questo momento di difficoltà non possono innovarsi e quindi crescere. Questo richiede però un valore aggiunto, frutto della creatività e dell’ingegno della persona, dell’uomo, ovvero dell’imprenditore, del creativo, dell’artigiano, del maker come si dice oggi. Queste storie di artigiani che hanno fatto l’impresa raccontano, attraverso la bellezza e l’intensità del linguaggio del cinema, come la strada dell’improbabile non solo sia possibile ma anche la guida per rimanere competitivi, per rinnovarsi, per essere al contempo imprese storiche e moderne, artigiane e digitali, manuali e tecnologiche, tradizionali e 2.0”.
“Noi non sappiamo se la realtà artigiana -afferma Piero Bassetti, presidente della Fondazione- sia davvero la risposta, o una delle risposte, alla crisi contemporanea. Ci sembra però indubbio che il film solleciti tutti a non fermarsi, con istituzioni impegnate a fronteggiare un artigiano di tipo nuovo, che pone domande fondamentali”.