Home Nazionale Expo: Bracco invoca unità per successo Esposizione, coro consensi/Il punto

Expo: Bracco invoca unità per successo Esposizione, coro consensi/Il punto

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Milano, 18 ott. (Adnkronos) – La presidente di Expo 2015 e commissario per il Padiglione Italia Diana Bracco lancia un appello all’unità e a lasciarsi alle spalle difficoltà, ritardi e polemiche per concentrarsi sull’unico obiettivo che conta: finire i lavori in tempo per aprire l’Esposizione Universale come si deve ed evitare così una brutta figura davanti al mondo intero. Un’eventualità, quest’ultima, pericolosa per l’immagine dell’Italia, in questi anni già sufficientemente appannata. Parole che hanno riscuotono consensi da più parti, insieme a qualche critica.
“E’ il momento di stare uniti e lavorare: io davvero non riesco a capire come si possa non tifare per Expo”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera, dopo quanto emerso durante il vertice con il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, dopo gli arresti disposti dalla magistratura milanese per Antonio Acerbo, accusato di aver pilotato la gara sulle Vie d’Acqua, che di Palazzo Italia, le palazzine del Cardo e l’albero della Vita era responsabile unico di procedimento e riferimento di tutto e tutti.
Riguardo alla richiesta di una nuova governance, “credo – continua la Bracco – che tutti dovremmo ricordarci una questione fondamentale: su Palazzo Italia c’è la nostra bandiera, c’è il tricolore. Per questo non possiamo permetterci di fallire, per questo dobbiamo sentirci tutti responsabili di quello che facciamo. Non stiamo dicendo di togliere trasparenza – sottolinea – ci mancherebbe altro. Ricordo però che con Expo l’Italia deve dimostrare di saper organizzare un evento, di saper attrarre, di saper gestire. Posiamo fallire su questo davanti al mondo? Dobbiamo lavorare tutti insieme”.
“Sono io – attacca ancora la Bracco – che chiedo garanzie e sono io che sollecito con forza decisioni rapide, rapidissime”. La presidente di Expo è “preoccupata” e, per questo, afferma, “io per prima sollecito soluzioni che anzi mi aspettavo di avere già ieri, anche perché da tempo io chiedo di rinforzare i ruoli chiave. Serve subito un nuovo Rup che porti avanti il processo degli appalti e dia indicazioni agli ingegneri e agli operai: il nostro cantiere non può aspettare il 31 ottobre. Il Padiglione Italia come soggetto è quello che mette i contenuti, che propone il tema, cerca sponsor, coinvolge le istituzioni, i Comuni, le Regioni. Cose che abbiamo fatto e stiamo facendo con ottimi risultati. Ma la stazione appaltante delle strutture è la società Expo e le scelte sui nomi dei manager devono arrivare di lì. Ovviamente ne discuto con il commissario Sala, ma la parola finale non è mia”.
Quanto ai tempi, “in questo momento, il cronoprogramma è rispettato. Certo – continua la Bracco – che i tempi mi preoccupano: noi abbiamo fatto la nostra parte cercando di semplificare alcuni progetti rispetto all’inizio. Nessuno però aveva messo in conto questa vicenda giudiziaria”, dice ancora Diana Bracco riferendosi agli arresti di Acerbo per il quale, afferma”mi dispiace molto sul piano umano. Spero sempre che le persone possano chiarire”.
Le reazioni non hanno tardato ad arrivare. Per il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, l’appello del commissario del Padiglione Italia ad accelerare i tempi per la realizzazione dello stesso Padiglione, “non solo è condivisibile ma il governo ha messo in gioco tutto quello che c’era da mettere in gioco. Dobbiamo accelerare il più possibile e il governo continuerà a garantire tutti gli sforzi perché l’obiettivo sia raggiunto. Veniamo da due giorni eccezionali dove Milano ha saputo accogliere i più grandi capi di Stato d’Europa e del Sudest asiatico dimostrando capacità ed efficienza e questo è un buon segno e un auspicio per il futuro di Expo”.
Anche per Antonio Di Pietro, l’ex pm dell’inchiesta Mani Pulite e fondatore dell’Italia dei Lavori, che recentemente ha dichiarato l’intenzione di candidarsi a sindaco di Milano e che è stato un predecessore di Lupi al ministero, su Expo “stiamo rischiando di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Ben venga l’appello di Diana Bracco, come di altri, per cercare di salvare tutto quello che Expo rappresenta per Milano e l’Italia: un’occasione storica per rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo”. L’Italia, prosegue Di Pietro, è un Paese “purtroppo sporcato in passato da Tangentopoli, ma che è stato ripulito grazie ad un’azione profonda della magistratura che non va criminalizzata”. Ora però, sottolinea “bisogna dare gli strumenti a chi sta operando per fare in tempo e bene perchè Expo è un’occasione irripetibile. Lo si può fare anche intervenendo sul codice degli appalti, con opportune modifiche”.
Per l’ex magistrato simbolo di ‘Mani Pulite’ una regola varrebbe per tutte: “Una norma – dice – che preveda che chi vince un appalto esegue i lavori, ma se poi si accerta che quell’appalto era truccato, o che sono girate mazzette, allora l’autore deve risarcire i danni, pagare penali ed essere espulso per sempre dal contrattare con la pubblica amministrazione”.
Di Pietro ricorda come, in passato, si era candidato ad essere nominato direttore generale di Expo. Lui come tantissimi altri. “La mia domanda però è stata respinta perchè non avevo i requisiti necessari per ricoprire quel posto. Io, che ho fatto il ministro delle Infrastrutture, che sono stato in magistratura. Nessuna polemica, per carità, ma se ci fossi stato io persone come Frigerio e Greganti, e lo stesso Maltauro, non sarebbero nemmeno riuscite ad entrare dalla porta”.
Per il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in Commissione Antimafia, è vero che sull’Expo ormai “i tempi stringono” come sollecita la presidente Diana Bracco, ma il problema è che “si sono persi due anni a discutere di governance, di organizzazione, di vertici della società fra Comune e Regione, fra Moratti e Formigoni”. Per Mirabelli a frenare “non è il lavoro di Raffaele Cantone (presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ndr) o della Prefettura di Milano”.
“I controlli sulle infiltrazioni della criminalità organizzata stanno funzionando, così come l’impegno della Prefettura sta dando frutti e non rallenta i lavori di Expo – ribadisce Mirabelli – lo stesso Cantone sta valutando di sperimentare il commissariamento delle aziende ma tutto questo non rallenta i tempi di realizzazione di Expo. I tempi per realizzare bene l’esposizione universale ci sono. Certo va valutato anche il tempo legato alla congestione dei Paesi che stanno accedendo tutti insieme ai diversi Padiglioni”. Ma, “sono certo che alla fine l’Expo ce la farà”.
Per Roberto Formigoni, già presidente della Regione Lombardia e oggi presidente della Commissione Agricoltura del Senato, “ha ragione Diana Bracco nella sua analisi pubblicata sul Corriere della Sera di questa mattina e ha torto Franco Mirabelli. I ritardi che si stanno accumulando su Expo, da un po’ di tempo a questa parte, sono sotto gli occhi di tutti, anche se c’è chi ha paura di farlo notare e di tentare un’analisi delle cause”.
Formigoni ricorda che, “quando cessai di svolgere la mia funzione in Regione Lombardia e nell’Expo, le opere infrastrutturali di pertinenza regionale erano tutte in perfetto orario. Ricordo anche che, in qualità di Commissario generale, sviluppai un forte lavoro di approfondimento sui contenuti, coinvolgendo le principali istituzioni internazionali, dall’Onu alla Commissione europea. Un lavoro che, per molti aspetti, pare scomparso dai radar”.
Secondo l’economista Giuseppe Di Taranto, ordinario di Storia dell’economia e dell’impresa della Luiss, la presidente della società Expo “ha perfettamente ragione a chiedere garanzie e decisioni rapidissime” sull’esposizione universale perchè davvero “è in gioco l’immagine del Paese” e invece “l’Italia deve arrivare a testa alta” all’apertura di Expo.
Critico, infine, Ignazio La Russa, cofondatore di Fratelli d’Italia, milanese, ex ministro della Difesa dell’ultimo governo Berlusconi: Diana Bracco, dice, “si concentri sull’evitare che ci siano deviazioni, corruzione e ritardi, e dopo applaudiremo. Se pensa che ci sia uno sconto perché si avvicina Expo, si sbaglia”.