Home Nazionale Governo: Renzi insiste su orizzonte 2018 ma servono riforme/Adnkronos

Governo: Renzi insiste su orizzonte 2018 ma servono riforme/Adnkronos

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Roma, 16 set. (Adnkronos) – Al fianco dell’Italia “che si sveglia presto al mattino e si spezza la schiena”. Contro i “professionisti della tartina” che saltano da un convegno all’altro senza trovare “soluzioni, ma alibi”. Con “l’assoluta convinzione che siamo all’ultima chance” per il Paese. Matteo Renzi si è presentato così in Parlamento per spiegare il piano dei mille giorni.
Un periodo in cui il governo punta a “capovolgere la storia di questa legislatura e rimettere in pista l’Italia”. Un pacchetto unitario di riforme, dal lavoro alla legge elettorale passando per Pa, giustizia, fisco ma anche diritti civili e Rai. Per Renzi, l’unico modo per accelerare rispetto al “passo da tartaruga” che ha portato il Paese nella palude.
Il tutto in una cornice tracciata con realismo nel discorso alla Camera e al Senato: “L’Italia ha interrotto la caduta ma questo non basta, non è sufficiente”. Ma al governo “non basterà la crescita di qualche decimale: non siamo qui per mettere il segno da meno a più virgola, siamo qui per lasciare il segno in modo indelebile”.
(Adnkronos) – Tre, però, sono stati i passaggi chiave dell’intervento parlamentare del presidente del Consiglio: “L’orizzonte del 2018”, l’accelerazione sulla riforma del lavoro e la forte rivendicazione di quel garantismo che per Renzi è nel “Dna” dei democratici. Il riferimento ‘temporale è essenziale nell’agenda del premier: “Noi chiediamo di abituarci al concetto che si vada a votare nel febbraio 2018”, è stata la premessa.
Con i mille giorni, ha spiegato Renzi, si “imposta un ragionamento che ci porta al 2018”. Però “a condizione di mettere in campo le riforme necessarie come quella Pubblica amministrazione, fisco, lavoro, giustizia, diritti civili, scuola, riforme istituzionali e elettorali”. Altrimenti, l’orizzonte diventa quello delle elezioni anticipate.
Il premier lo ha ammesso chiaramente: “Andare a votare dal punto di vista utilitaristico potrebbe essere una buona idea”, il “confronto con gli elettori non ci spaventa”. Però il Parlamento deve avere la possibilità di “dimostrare di avere la capacità di trovare soluzioni”. In questo contesto, si approva “subito” la nuova legge elettorale. Ma “non per andare a elezioni”. Piuttosto, ha sottolineato Renzi, è una questione di “dignità delle istituzioni”.
(Adnkronos) – Ma con l’Italia ancora sotto esame per la sua ‘performance’ economica, Renzi ha imboccato a piena velocità la strada della riforma del mondo del lavoro che oggi, ha detto, è “basato sull’apartheid”. Quindi, parlando anche alla sinistra del suo partito, Renzi ha promesso che al termine dei mille giorni “il diritto del lavoro non potrà essere quello di oggi” che “divide i cittadini in cittadini di serie A e di serie B”.
Tradotto, “risorse per ampliare la gamma degli ammortizzatori sociali riducendone il numero e le dimensioni” già con la legge di stabilità 2015 e, soprattutto, riforma con “misure d’urgenza, perchè non possiamo perdere un momento di più”. Poi il garantismo, un ‘tormentone’ che Renzi affronta ormai dal lancio della riforma della giustizia e che in queste ore torna d’attualità con le scelte del Parlamento per Csm e Consulta.
Il premier, come già aveva fatto nei giorni scorsi, ha difeso i vertici Eni finiti sotto inchiesta: “Non consentiamo a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica aziendale di un Paese”. Perchè “arrivare a sentenza preventiva sulla base dell’iscrizione nel registro degli indagati è un atto di barbarie che abbiamo sempre condannato in tutte le sedi”. Per Renzi non ci sono dubbi: “Se questa è una svolta prendetevi la svolta, ma è un dato di fatto per rendere l’Italia un Paese civile”.