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I gruppi di “Auto Mutuo Aiuto” si incontrano per mettere in comune le reciproche esperienze

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I gruppi di “Auto Mutuo Aiuto” si incontrano per mettere in comune le reciproche esperienze

Sabato al San Donato, un mondo sconfinato fatto da persone generose e disponibili a mettersi a disposizione. Il valore di associazioni che sostengono pazienti con malattie croniche e le loro famiglie

AREZZO – Quando una persona viene colpita da una malattia cronica, la propria vita e quella della sua famiglia e del contesto sociale nel quale opera, si modificano radicalmente. Ci sono le difficoltà legate ai cambiamenti che interessano il proprio corpo e il ruolo che si riesce da quel momento in  poi a mantenere nella società. A volte non cambia, altre volte subisce una vera e propria rivoluzione. Poi ci sono le famiglie. Spesso travolte da un evento che stravolge la vita di tutti. All’azienda sanitaria è demandato il ruolo di diagnosi e cura. E quando possibile anche di assistenza psicologica e di aiuto nella assistenza di natura sociale. Ma certo tutto questo è complicato dalla burocrazia e dalla difficoltà di comprendere la diversità che ogni caso ha rispetto ad un altro.

Negli anni sono sorte, e la nostra provincia ne è ricchissima, associazioni di “auto mutuo aiuto”. Anche queste ognuna diversa dall’altra secondo la patologia della quale si interessa: ci sono i neuropatici, i reumatici,  i sieropositivi, gli ammalati di sclerosi e di alzheimer, e poi a seguire tutti gli altri. Ci sono poi associazioni che aiutano altri, senza avere propri soci interessati da una specifica patologia. In genere tutti raccolti all’interno dell’A.V.O. associazione volontari ospedalieri, con persone che dedicano del tempo alla assistenza psicologica dei degenti più deboli, ai nasi rossi o comunque gruppi comici che frequentano le pediatrie, o ancora chi anche con specifica professionalità esegue la pet terapy.

Un mondo sconfinato fatto da persone generose e disponibili a mettersi a disposizione. Soggetti che negli anni hanno acquisito una grande professionalità, oltre alla umanità, e che con un confronto fra realtà diverse vuole mettere a disposizione di tutti le proprie competenze. Ma anche migliorare il proprio modo di fare.
“AiutiAMOci a capire”, questo il titolo dell’iniziativa in programma sabato prossimo, avrà luogo all’Auditorium San Donato con inizio alle 9,00.  Dopo i saluti di direttore generale, sindaco e presidente della provincia di Arezzo, si susseguiranno interventi di varia natura: dalla cultura del mutuo aiuto, con le risposte in grado di fornire ai pazienti al fianco del sistema sanitario, alla proposta dei dializzati aretini sui gruppi di mutuo aiuto, per passare con gli specialisti alla introduzione delle metodologie di lavoro dei gruppi, al lavoro specifico con i malati oncologici, ai gruppi cognitivi di pazienti con sclerosi multipla. E poi ancora interventi delle altre realtà operanti nella nostra provincia e un dibattito finale condotto da Ennio Duranti, responsabile della nefrologia e uno dei maggiori promotori dell’iniziativa.

“Il convegno di sabato – spiegano gli organizzatori – sarà un momento di incontro tra Associazioni che operano nel mondo del profondo disagio e con persone che vivono una condizione di intenso malessere a causa di una malattia cronica. Esperienze e percorsi a confronto perché la ricchezza culturale di ognuno sia fonte di ispirazione e di possibilità per l’altro e, inoltre, nel futuro edificare un comune spazio di crescita e sviluppo alla ricerca del benessere delle persone e del bene comune.  Ogni Gruppo di Auto Mutuo Aiuto offre l’opportunità di contribuire alla realizzazione di una esistenza più armonica e appropriata alle condizioni in essere delle persone.”

Un gruppo di auto aiuto nasce quando due o più individui decidono di unire le loro risorse per far fronte ad un problema comune. Le persone si incontrano, raccontano le esperienze personali, tentano di trovare possibili soluzioni alle difficoltà, vengono rafforzati i rapporti interpersonali, si cerca di ristabilire un nuovo equilibrio nella vita quotidiana al fine di modificare, adattarsi o migliorare la propria condizione di disagio. Chi ha avuto o vive un problema mette a disposizione dei propri simili l’esperienza e le competenze acquisite nel vissuto di sofferenza.

Tutti i gruppi sono fortemente orientati nel creare una nuova percezione e uno stato di serenità attraverso la condivisione e il confronto tra persone che hanno problemi analoghi: perché insieme scoprono nuove strategie per modificare situazioni disadattive, o si attiva un ruolo di pressione sociale e politica nella comunità in cui si vive. Si consolida nel percorso comune l’amicizia e la fiducia reciproca, agendo e collaborando sinergicamente si opera nella promozione e nello sviluppo della condizione psicologica individuale e collettiva.