Home Attualità Il 57% dei professional è pronto per lo smart work

Il 57% dei professional è pronto per lo smart work

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Milano, 15 ott. (Labitalia) – Anche per i lavoratori il legame ‘lavoro-ufficio’ inizia ad essere messo in discussione, almeno nelle intenzioni. Il 57% dei professional dichiara che potenzialmente potrebbe lavorare almeno un giorno a settimana da casa e, più in generale, circa il 35% del loro lavoro potrebbe essere svolto all’esterno dell’ufficio. E’ quanto emerge dalla Ricerca 2014 dell’Osservatorio smart working della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina, che analizza, fra l’altro, le modalità di lavoro degli impiegati, quadri o dirigenti di aziende di medio-grandi dimensioni (indagine realizzata in collaborazione con Doxa, attraverso una survey rivolta a 1.000 professional).
Nella realtà, il 51% lavora già in mobilità all’esterno della propria sede per almeno parte dell’orario di lavoro (anche se, nella maggior parte dei casi, per periodi molto limitati di tempo) e il 27% lavora da casa. Quando si trovano fuori ufficio impiegati, quadri o dirigenti lavorano principalmente in altre sedi dell’azienda (nel 48% dei casi) o presso i propri clienti (47%). Iniziano però a diffondersi anche modalità di lavoro presso spazi di coworking (19%) e altri luoghi pubblici (16%) come bar, aeroporti e biblioteche. Nelle opinioni dei professional, il lavoro fuori dall’ufficio migliora soprattutto la soddisfazione e autonomia nello svolgimento del lavoro (49%), le occasioni di formazione e ampliamento delle proprie conoscenze (38%) e le opportunità di carriera e di crescita professionale (34%).
Quindi, tutti pronti a diventare smart worker? Non proprio. Analizzando la predisposizione culturale e organizzativa delle persone sulla base di comportamenti individuali, modello di leadership e attività svolte, i professional realmente candidati allo smart working (pronti cioè su tutte e tre le dimensioni) sono solo il 20% del campione. I principali ostacoli sono in particolare la scarsa prevedibilità e pianificabilità delle attività, lo scarso coinvolgimento nelle decisioni da parte del capo e la limitata autonomia nella definizione degli orari di lavoro.