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Ilo, per sieropositivi tassi disoccupazione tre volte più alti media

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Roma, 1 dic. (Labitalia) – “Le persone sieropositive registrano, in media, tassi di disoccupazione tre volte più alti della media nazionale. Colmare questo divario – tema della Giornata mondiale contro l’Aids di quest’anno – ci ricorda che, malgrado i progressi, abbiamo lasciato indietro una parte della popolazione particolarmente esposta ai rischi di infezione”. Così il direttore generale dell’Ilo, Guy Ryder, nel suo messaggio per la ‘Giornata mondiale contro l’Aids 2014’.
Secondo Ryder, “riusciremo a raggiungere l’obiettivo di sradicare l’Aids entro il 2030 solo se risponderemo concretamente ai bisogni di queste persone, tra cui offrire loro un lavoro dignitoso, rispettare i loro diritti al lavoro e garantire una protezione sociale adeguata”.
“La discriminazione legata alla sieropositività, la violenza di genere e le disuguaglianze -spiega il direttore generale dell’Ilo- restano i principali ostacoli all’utilizzo di servizi per l’Hiv, in particolare il test. Nel 2013, su 35 milioni di persone colpite da Hiv a livello globale, 19 milioni, ovvero più della metà, ignoravano la loro sieropositività”.
Secondo l’Ilo, “dove stigma e discriminazione sono più radicati, i lavoratori per paura di perdere il loro impiego e i loro mezzi di sussistenza saranno meno propensi a richiedere informazioni e a sottoporsi ai servizi di test e ai trattamenti”. “Le persone devono essere consapevoli della loro sieropositività cosicché possano curarsi e prevenire l’ulteriore diffusione del virus”, osserva.
Per rispondere a questa sfida, l’’Ilo ha lanciato l’iniziativa ‘VCT@Work’, in collaborazione con Unaids e altri partner. Ad oggi, l’iniziativa ha raggiunto oltre un milione di lavoratori e ha convinto circa 500.000 persone – il 37% donne – a sottoporsi al test Hiv.
“Il Rapporto pubblicato da Unaids per la ‘Giornata mondiale 2014’ mostra in che misura -si legge ancora nella nota dell’Ilo- siamo riusciti a rompere il silenzio e a flettere la curva della diffusione dell’epidemia. Nonostante ciò, non possiamo ignorare il fatto che c’è ancora molto da fare prima che l’Aids sia completamente sradicato entro il 2030. Tra le cose ancora in sospeso, particolarmente importante è assicurare una adeguata protezione sociale che deve essere estesa alle persone sieropositive e alle loro famiglie. La protezione sociale infatti migliora la loro sicurezza economica e gli consente di avere accesso ai trattamenti in modo permanente”.