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Ilo, stampa in 3D pronta a rivoluzionare industria manifatturiera

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Roma, 25 mar. (Labitalia) – “La stampa in 3D è pronta a rivoluzionare l’industria manifatturiera”. A dirlo David Seligson, Ilo mechanical and electrical engineering specialist, ricordando che “la stampa in 3D, o manifattura additiva, è oggi utilizzata per qualsiasi cosa: da componenti di aerei a protesi delle gambe e delle braccia”. “L’anno scorso, il volume d’affari della stampa in 3D ha totalizzato circa 777 milioni di dollari e potrebbe salire a oltre 8,4 miliardi entro il 2025”, sottolinea.
“Ogg,i i beni di consumo elettronici – fa notare – vengono prodotti in serie in giganti fabbriche con centinaia di migliaia di lavoratori. In futuro, potremmo stampare il nostro laptop su misura direttamente a casa. Secondo alcuni esperti, tutto ciò avrà un impatto più profondo sul mondo del lavoro di quello avuto con la rivoluzione industriale”.
“La stampa in 3D renderà più difficile – avverte David Seligson – distinguere i ruoli delle persone che lavorano nello sviluppo del prodotto, servizi al dettaglio e la produzione manifatturiera. Prendiamo, ad esempio, un’azienda dell’auto che intende spostarsi dalla stampa di prototipi delle componenti alla stampa delle stesse su larga scala. Ciò significherà che i suoi disegnatori di modelli faranno il lavoro di quelli delle catene di montaggio, aspetto che potrebbe portare a controversie contrattuali o reclami in materia di perdita di competenze, proprietà intellettuale e così via”.
Si tratta di una delle principali questioni che organizzazioni come l’Ilo – continua – dovranno tenere a mente, dal momento che la rivoluzione della stampa in 3D si sta affermando sempre di più. Un’altra questione è come aiutare i lavoratori delle catene di montaggio a prepararsi per la transizione, anticipando il bisogno di competenze di cui avranno bisogno per affrontare il mondo della stampa in 3D”.
“I lavoratori potrebbero aver bisogno – sostiene David Seligson – di specializzarsi nell’imparare le diverse combinazioni di materiali grezzi che si possono utilizzare in una stampante, o sapere come guardare il cianotipo elettronico per individuare i difetti”.
“Così come avvenuto con la rivoluzione industriale – ammette – la stampa in 3D potrebbe distruggere posti di lavoro, ma anche crearne di nuovi. E, poiché la stampa in 3D richiederà meno materiali grezzi e creerà meno sprechi, sarà probabilmente più green”.