Home Nazionale Imprese: Cgia, domani scade promessa Renzi ma Pa deve ancora 35 mld (2)

Imprese: Cgia, domani scade promessa Renzi ma Pa deve ancora 35 mld (2)

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– Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Economia, nel biennio 2013-2014, infatti, ricorda la Cgia di Mestre, sono stati messi a disposizione 56,8 miliardi di euro: entro il 21 luglio 2014 ne sono stati pagati 26,1. In buona sostanza, l’incidenza dei pagamenti effettuati sul totale delle risorse stanziate si ferma al 46%. Per estinguere completamente le risorse a disposizione le aziende devono ricevere ancora 30,7 miliardi di euro. Ma a stare alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal ministro Pier Carlo Padoan, prosegue la Cgia, dopo il 21 luglio sarebbero stati pagati altri 5/6 miliardi di euro. Pertanto, la cifra totale erogata sino ad oggi dovrebbe attestarsi attorno ai 31/32 miliardi di euro, pari al 56% circa del totale stanziato. In termini assoluti alle imprese rimarrebbero da saldare altri 24/25 miliardi di euro.
Oscilla però il dato sullo stock complessivo di debito accumulato dalla Pa nei confronti delle imprese. Attualmente infatti, ricorda ancora la Cgia, non si dispone di dati ufficiali anche se Bankitalia nell’ultima Relazione dice che alla fine del 2013 i debiti commerciali della Pa ammonterebbero a poco più di 75 miliardi. Una cifra, che appare agli artigiani di Mestre, “molto sottostimata”. ”Se sino ad oggi dovrebbero essere stati pagati circa 31/32 miliardi di euro per azzerare complessivamente il debito accumulato con le aziende, la Pa deve pagare, in linea di massima, ancora 35 miliardi di euro”, calcola ancora Bortolussi che annota come “nel frattempo potrebbe aumentare ulteriormente a seguito del perdurare dei ritardi con cui la nostra Pa continua a pagare i fornitori”. Senza considerare i tempi di pagamento per cui, conclude citando uno studio di Intrum Justitia, la media in Italia si aggira sui 165 giorni. “Se in questo ambito anche le Pubbliche amministrazioni di Grecia, Cipro, Serbia e Bosnia sono più efficienti della nostra, vuol dire che il lavoro da fare è ancora molto”, conclude.