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Inaugurata la nuova centrale di sterilizzazione del San Donato

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Inaugurata la nuova centrale di sterilizzazione del San Donato
conferenza

Costata quasi tre milioni di euro, “tratterà” 12.000 kit operatori dell’ospedale aretino e altrettanti provenienti dall’esterno. Grandi innovazioni tecnologiche e di organizzazione. 

AREZZO – 12.000 interventi chirurgici ogni anno all’interno del San Donato, nelle diverse branche chirurgiche, negli ambulatori specialistici, nel pronto soccorso. E altrettanti kit chirurgici, anche in questo caso più o meno importanti, articolati e con numerosi strumenti al loro interno. Un ulteriore e maggior numero di kit proveniente sia dagli ambulatori della Zona Distretto di Arezzo, che dai piccoli ospedali della provincia i quali faranno confluire questi materiali alla centrale del San Donato.

Dall’esterno è difficile immaginare quale mole di lavoro comporti il processo di sterilizzazione e di predisposizione di corretti kit strumentali per questa massa di interventi chirurgici. Il tutto con un percorso di altissima tecnologia e professionalità degli operatori (sia quelli interamente dedicati a questo ciclo produttivo che coloro che vi si interfacciano dalle diverse aree ospedaliere e territoriali), con strumenti di avanguardia e procedure studiate nei minimi particolari al fine di garantire, oltre alla ovvia sterilità, anche la necessaria tracciabilità e la certezza di fornitura adeguata sia nelle attività programmate che in quelle di emergenza. Una incredibile mole di lavoro estremamente qualificato che non sta sul palcoscenico delle notizie, ma che risulta essenziale, fondamentale, insostituibile per il buon funzionamento delle attività interventistiche ad ogni livello.

ROSSI E MARRONI AL TAGLIO DEL NASTRO

Stamani al taglio del nastro presenti il sindaco di Arezzo Fanfani, il presidente della Regione Enrico Rossi,  l’assessore al Diritto alla salute Luigi Marroni, il consigliere regionale Lucia De Robertis.

 RAPIDO RECUPERO DELL’INVESTIMENTO

Durante i mesi in cui il servizio è stato assegnato ad una società esterna per la realizzazione della nuova centrale, i costi mensili hanno oscillato dai 250.000 ai 400.000 euro a mese. Una cifra molto importante. Con la reinternalizzazione si calcola un risparmio medio di 110/120.000 euro al mese, consentendo tra l’altro il recupero dell’investimento fatto, in meno di tre anni.

UNA STRUTTURA TRASPARENTE

La nuova Centrale è stata realizzata al piano zero dell’anello interno del San Donato, proprio sotto il blocco operatorio da dove arriva la maggior parte dei kit da sottoporre a sterilizzazione.

Modernissima nelle attrezzature e anche nella architettura, con tutte le pareti vetrate che consentono di osservare anche dall’esterno ogni fase di lavorazione, senza accedere ai locali. Anche perché, trattandosi di una centrale di sterilizzazione, necessita di particolari protezioni da contaminazioni esterne, con uno studio ingegneristico sui flussi dell’aria (condizioni termo igrometriche) e sugli accessi di merci e persone.

IL “VIAGGIO” DEI KIT

Così esiste una prima area dove affluiscono i materiali cosiddetti “sporchi”. C’è un doppio accesso: il primo diretto dal blocco operatorio (che si trova nei locali sovrastanti) con dei montacarichi, il secondo tramite accessi controllati con doppie porte automatiche ed aperture a consenso alternato (modello banca)  per i materiali provenienti dall’esterno (altri ospedali o distretti) e da altre aree del San Donato (sale ambulatoriali, emodinamica, blocco parto) e ambulatori specialistici.  Il percorso operativo dentro la centrale prevede accettazione materiale sporco, decontaminazione, lavaggio (meccanico, manuale, ad ultrasuoni), asciugatura, controllo, ricomposizione e reintegro strumenti, confezionamento set o dei singoli strumenti in busta, sterilizzazione, stoccaggio del materiale sterile, preparazione e consegna.

Si è poi proceduto ad una riscrittura complessiva dell’organizzazione dei percorsi dei materiali contaminati e di quelli sterilizzati sia nelle modalità di trasporto orizzontale che verticale all’interno del presidio ospedaliero, nonché dei percorsi in uscita e in ingresso dei materiali sporchi e sterilizzati verso le zone Valdichiana e Valtiberina per l’attività chirurgica ospedaliera e territoriale.

Sono stati  istallati  nuovi macchinari in grado di assicurare standard di processo uniformi e garanzia dei criteri di sicurezza, tracciabilità e qualità di tutto il processo di sterilizzazione. Si è proceduto ad una completa ristrutturazione degli ambienti e degli impianti a servizio della centrale rendendoli conformi alla vigente normativa.

 

APPARATI DI ULTIMA GENERAZIONE

Tutti i macchinari sono nuovi e di ultimissima generazione: la struttura è dotata di 5 lavastrumenti termodisinfettori (di cui uno rapido appositamente dedicato alle emergenze), 4 autoclavi per la sterilizzazione dello strumentario chirurgico (di cui una a ciclo rapido per le emergenze), oltre a banconi per il lavaggio a ultrasuoni e tutto il “carrellame” necessario sia per le movimentazioni interne alla centrale sia per inviare o ricevere i kit sterilizzati o da sterilizzare.

Il costo complessivo dell’intervento è stato di 2.800.000 euro ed è stato realizzato in 150 giorni dall’associazione temporanea di impresa costituita da Servizi Italia s.p.a, fornitore delle apparecchiature, Elettrica Gover s.r.l. e Tecnoconsulting s.r.l. che ha redatto la progettazione definitiva ed esecutiva.

Durante i lavori il servizio è stato esternalizzato, con il controllo qualitativo, quantitativo e di tempistica, sempre diretto del personale della Asl.

 

TRACCIABILITA’, GARANZIA PER GLI UTENTI

Uno degli aspetti più innovativi di questa rinnovata gestione, riguarda l’adeguamento della rete e del sistema informatico per la gestione degli strumentari in forma di “tracciabilità” di tutte le fasi del processo. Ogni pezzo è stato identificato con un codice a barre che consente di conoscerne il percorso in ogni momento: dalle sale operatorie o ambulatori, all’arrivo in centrale, alla sua ripartenza, compreso gli addetti che lo hanno movimentato. Una innovazione fondamentale per la sicurezza, riducendo (praticamente quasi annullando) le possibilità di errore. In questa occasione si è proceduto anche all’adeguamento del “parco strumenti” (incrementando i kit in dotazione).

I dati che emergono dai percorsi tracciati, consentono di garantire un controllo continuo dei singoli strumenti e kit, definendo i tempi e le modalità della manutenzione ordinaria, la sostituzione di singoli strumenti non più corrispondenti alle caratteristiche richieste per l’uso, il riassemblaggio dei kit anche in funzione di eventuali modifiche delle procedure operatorie.

 

RIDOTTI I TEMPI “MORTI” NEL BLOCCO OPERATORIO

Altra innovazione è il coordinamento in continuità con l’organizzazione delle sedute operatorie sia in regime di programmazione che di urgenza: questo permette di avere a disposizione materiali idonei e specifici per ogni intervento o prestazione che richiedano materiale sterile.

Per le sale operatorie arriva un ulteriore vantaggio: fino ad ora personale O.s.s. provvedeva (prima dell’invio alla sterilizzazione) ad un prelavaggio accurato degli strumenti al termine di ogni intervento, creando così un intervallo nella attività di sala operatoria fra un paziente e l’altro. Adesso questa fase di prevalaggio avrà luogo direttamente in centrale di sterilizzazione e nelle sale operatorie si potranno eliminare questi tempi morti, aumentando quindi il numero di interventi chirurgici per seduta.

 

La nuova struttura è entrata in funzione il 2 luglio scorso, dopo un anno di gestione affidata ad una società privata esterna.

La Centrale di sterilizzazione, aperta per cinque giorni a settimana dalle 7,30 alle 21,30, ha un organico che è stato adeguato alle nuove esigenze operative: ci sono un coordinatore, un infermiere e nove O.s.s., tutti sottoposti ad una adeguata formazione professionale per la completa gestione del processo.