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Italia prima in Europa per cesarei, 36% nel 2013

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Roma, 9 dic. (AdnKronos Salute) – Italia terra dei cesarei: il nostro resta il Paese europeo con il più alto ricorso al taglio cesareo, con una quota pari al 36,3% secondo i dati del 2013, relativi alle schede di dimissione ospedaliera del Ministero della Salute. Una quota simile è stimata anche con l’indagine sulla salute del 2013, con forti differenze sul territorio, a svantaggio del Mezzogiorno. E’ quanto emerge dal Report dell’Istat su Gravidanza, parto e allattamento al seno.
Dal rapporto emerge che in Italia le donne fruiscono di un buon livello di assistenza durante la gravidanza. L’indagine, che fa riferimento a 2,7 milioni di donne (di cui il 18,2% straniere) che hanno avuto un figlio nei cinque anni precedenti la rilevazione, mostra che il 94,3% delle donne si sottopone alla prima visita entro il terzo mese di gravidanza (come raccomandato dai protocolli nazionali).
Continua ad aumentare la medicalizzazione in dolce attesa. E cresce la quota di donne che eccede nei controlli ecografici: il 37,6% ha fatto almeno 7 ecografie durante la gestazione (contro il 23,8% nel 2000 e il 28,9% nel 2005).
Migliora, poi, la consapevolezza delle fumatrici sui danni di questo vizio per il nascituro: il 74,1% smette nel periodo di gestazione (63,4% nel 2000), il 22,8% riduce le quantità e solo il 3% non modifica le proprie abitudini al fumo (6,8% nel 2000). L’89,2% delle più istruite smette di fumare contro il 65,2% di quelle che hanno al massimo la licenza di scuola media inferiore.
Anche nell’assistenza al parto spontaneo non mancano, segnala l’Istat, pratiche di medicalizzazione nella fase del travaglio o del parto; nel 32% dei casi riguardano la rottura artificiale delle membrane, nel 34,7% l’episiotomia e nel 22,3% la somministrazione di ossitocina per aumentare la frequenza e l’intensità delle contrazioni.