Home Nazionale Kobane sotto assedio, Is conquista il carcere. Nuovi raid contro lo Stato islamico

Kobane sotto assedio, Is conquista il carcere. Nuovi raid contro lo Stato islamico

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Washington, 10 ott. (Aki) – Continua l’assedio dei jihadisti dell’Is a Kobane, la città siriana a maggioranza curda sotto assedio da settimane. Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong vicina all’opposizione con sede a Londra, il cosiddetto Stato islamico controlla più di un terzo della località al confine con la Turchia. L’Is, ha riferito l’inviato di al-Jazeera, ha conquistato il carcere della città.
I caccia americani hanno effettuato altri nove raid contro le postazioni dell’Is. Sei raid, rende noto il Comando Centrale americano, sono stati eseguiti sulla zona sud di Kobane e hanno portato all’eliminazione di una grande unità dell’Is e di due più piccole e alla distruzione di due edifici in mano ai jihadisti. Gli altri tre raid sono avvenuti sulla zona settentrionale.
Su Twitter gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani hanno riferito che nove persone, tra le quali almeno tre donne, sono morte in un nuovo raid del regime di Damasco sulla provincia di Daraa, nella Siria meridionale. L’attacco è stato sferrato contro la città di al-Harraw, che è stata oggetto di un bombardamento aereo e del lancio di tre missili terra-terra. Secondo gli attivisti, il bilancio è destinato ad aggravarsi a causa dell’elevato numero di feriti gravi provocato dal raid.
Sinam Mohamad, l’Alta rappresentante dell’autogoverno curdo, durante un incontro a Palazzo Madama con i senatori Luigi Manconi e Valeria Fedeli, del Pd, ha dichiarato: “La battaglia di Kobane si prepara a essere un massacro, se perdiamo, tutti saranno a rischio”.
L’attivista Nursel Kilic, che ha partecipato all’incontro, denuncia: “L’Is vende le donne ai bazar, col prezzo al collo, partendo da cinque dollari”. E “sono circa cinquemila – aggiunge – le mutilazioni genitali fatte alle donne della Resistenza”. “Le donne curde – riferisce – si occupano di politica e di armi” e “l’Is teme la nostra forza, la forza delle donne”.