Home Nazionale Lavoro: Fini, non basta ‘cinesizzarlo’, servono sguardo lungo e strategia (2)

Lavoro: Fini, non basta ‘cinesizzarlo’, servono sguardo lungo e strategia (2)

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– “Dal governo -si legge nel post di Fini- non è venuto nessun approfondimento su piani d’investimento, nuove linee di politica industriale, dimensionamento delle imprese, prospettive di internazionalizzazione, capacità competitiva e di produzione di valore aggiunto delle Pmi. La totale assenza di raccordo tra mercato del lavoro e sviluppo economico è sconcertante. Renzi sembra non comprendere che non basta intervenire sulle modalità di accesso al lavoro per creare occupazione. E’ miope concentrarsi solo sulla forma contrattuale che regola il primo impiego e non affrontare il nodo, assai più stretto, di come creare una filiera produttiva vincente, innovativa, e di qualità, capace di produrre più ricchezza e quindi nella necessità di assumere”.
“In questo deserto di prospettive -prosegue- il Job Act gratta il fondo del barile coltivando l’illusione di creare più posti di lavoro senza comprendere che le imprese cercano soprattutto, anche (ma non solo) per l’enorme pressione fiscale, di sopravvivere. Il governo accusa i suoi critici di sinistra di essere ‘ideologici’ ma è anch’esso prigioniero della convinzione ideologica , propria di una certa cultura ultra liberista, secondo cui in Italia è difficile creare occupazione stabile per la rigidità del mercato del lavoro”.
“Per fare un solo esempio: come non riflettere sul fatto che la propensione degli investitori esteri a guardare all’Italia non è certo legata alla sorte dell’art. 18 bensì alla affidabilità e alla capacità di innovazione di tutto il sistema Italia? Non è quindi solo chi, 44 anni dopo, difende i totem sopravvissuti dello Statuto dei Lavoratori ad essere fuori dalla realtà ma anche chi, come sembra dal dibattito in corso, continua a guardare il dito e non la luna”, conclude Fini.