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Le tasse alle fondazioni uccidono il sociale

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Rondine Cittadella della Pace promuove una campagna per coinvolgere le associazioni del territorio contro la misura prevista nella Legge di stabilità

(Arezzo, 01 dicembre 2014). Le bozze circolate riguardo alla legge di stabilità 2015 mostrano una norma che presenta un impatto diretto sulle Fondazioni di origine bancaria, attribuendo loro una tassazione addirittura quadruplicata.

Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi che svolgono attività filantropica erogando risorse ad altri soggetti non profit, privati o pubblici, per dare sostegno al welfare, all’integrazione sociale, allo sviluppo culturale e civile dei territori.

Penalizzare la loro attività erogativa significa togliere risorse utili per la ricerca, per l’arte e, soprattutto, per le categorie più svantaggiate, come anziani, disabili, malati, bambini in difficoltà a cui l’infanzia è negata, immigrati e tanti altri a cui la mano pubblica non è più in grado di provvedere da sola.

Per questo Rondine Cittadella della Pace promuove una campagna per coinvolgere le associazioni del territorio per protestare contro una tassazione ingiusta che uccide il mondo dell’associazionismo e del volontariato, una realtà che tiene coeso il tessuto sociale dove lo Stato non riesce ad intervenire. Il nostro vuole essere un accorato appello a tutte quelle realtà che lavorano giorno dopo giorno silenziosamente per rendere migliore la società in cui viviamo affinché insieme possiamo alzare la voce e invertire una manovra che rischia di distruggere tante delle nostre associazioni, privando la comunità del suo cuore pulsante.

“Quasi vent’anni fa – afferma il presidente Franco Vaccari – ho creduto in un sogno, come tanti altri prima di me e ho trovato persone che mi hanno aiutato a renderlo concreto. Quello che mi chiedo oggi è quanti ce ne saranno dopo di me, quanti troveranno quel supporto per rendere migliore un pezzettino del mondo in cui viviamo? Oggi l’ennesima legge cieca rischia di uccidere il lavoro che persone come me hanno portato avanti cambiando poco a poco il volto della società. Quello che dobbiamo e vogliamo fare ancora una volta è credere nella rete, nella sensibilità delle persone, quelle stesse persone che sono convinte di dover lasciare ai propri figli un mondo migliore di come l’hanno trovato”.