Roma, 14 ott. (AdnKronos) – La scienza e l’Europa, il legame profondo, fino dalle origini, che vede quasi lo sviluppo dell’una conseguenza dell’altra e viceversa, è al centro dell’opera di Pietro Greco, “La Scienza e l’Europa. Dalle origini al XIII secolo”, in uscita per L’Asino d’oro edizioni. Nella ricerca empirica promossa da Federico II e nell’influenza delle culture arabe Greco individua l’inizio della storia europea, fino al declino del Vecchio continente proprio a causa di un mancato investimento nella ricerca scientifica.
Ripercorrendo la storia dell’Europa dalle origini al XIII secolo, Pietro Greco pone in evidenza lo stretto rapporto tra sviluppo economico politico e culturale e l’investimento nei saperi scientifici. L’Europa non è sempre esistita, spiega l’autore, ha iniziato a muovere i primi passi e a incamminarsi lentamente lungo la strada che l’avrebbe portata a primeggiare nel mondo tra il 1202 e il 1321.
È solo nel corso di questi centoventi anni, durante quella che potremmo definire la sua seconda rivoluzione, che la giovane Europa incontra la scienza, dando inizio a un cammino di innovazione e di creatività che determinerà uno sviluppo unico, originale, formidabile e per molti versi esclusivo. Viceversa è la crisi irrisolta di questo plurisecolare rapporto con la scienza una delle cause profonde del “male oscuro” dell’Europa di oggi. Greco, giornalista scientifico e studioso di comunicazione della scienza, è autore di numerosi libri e collabora con molte università italiane; conduttore storico di Radio3 Scienza, dal 1987 è editorialista del quotidiano “l’Unità”; è autore del saggio “Margherita Hack” (collana Profilo di donna) per L’Asino d’oro edizioni.