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L’olivicoltura toscana ha una tradizione millenaria ed è un simbolo forse anche più del vino di questa regione

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L’olivicoltura toscana ha una tradizione millenaria ed è un simbolo forse anche più del vino di questa regione
ulivi

La agricoltura toscana prende origine dalle riforme Leopoldine con un approccio moderno che mirava oltre che al fabbisogno alimentare della popolazione residente anche allo sviluppo industriale e commerciale.

Questa cultura e’ il valore aggiunto del modo di vivere toscano, cultura che ha le sue origini nel rinascimento con l’arte e l’artigianato e che ha saputo attraverso la cura ed il corretto uso del territorio creare un brand Toscana unico in Italia.

La cultura dell’olivo e quindi delle nostre colline fa parte integrante di questo marchio Toscana e forse ne è quasi indispensabile.

Il 2014 è stato per l’olivo per gli agricoltori e per i frantoi un anno terribile forse paragonabile al 1985 anno del grande freddo. La produzione toscana di olio extravergine e quella della nostra provincia è stata azzerata, le nostre produzioni che nella grandissima parte erano esenti da trattamenti fitosanitari sono state in gran parte distrutte da un attacco massiccio di Mosca olearia.

Nonostante tutto ciò gli olivicoltori ed i Frantoiani hanno continuato a curare i loro oliveti e i loro impianti di molitura tenendo in attività i frantoi e con ciò rischiando la sopravvivenza delle loro aziende considerando l’azzeramento del fatturato e la permanenza dei costi fissi degli impianti.

Il brand Toscana non sarebbe la stessa cosa senza la cultura dell’olivo e la struttura di trasformazione dei frantoi locali in grado di produrre un extravergine di eccezionale qualità a seguito di un grandissimo sforzo di rinnovamento che è costato ingenti investimenti spesso ancora in corso con i relativi impegni finanziari che devono essere ancora, in parte onorati.

In questa disgraziatissima annata i frantoi hanno fatto lo sforzo di cercare in altre zone d’Italia olive di buona qualità per cercare di non lasciare i propri affezionati clienti senza un extravergine che si avvicini alla grande qualità dell’olio delle nostre colline e questo è un ulteriore sforzo economico e finanziario per le nostre aziende.

In questa provincia si può calcolare una perdita di circa 25 o 30 milioni di euro e vorremmo che le istituzioni tenessero presente che un aiuto al settore della produzione e della trasformazione del olio extravergine è un aiuto a tutto il sistema Arezzo e Toscana.

Possiamo intervenire sull’ammortamento dei mutui, a forme di finanziamento che diano liquidità fino alla prossima campagna alle aziende, ad una sterilizzazione Degli Studi di settore ed ad un implementazione del piano di sviluppo rurale alle opportune informazioni su una lotta agli attacchi dei parassiti senza alterare gli equilibri naturali delle nostre colline.

Chiediamo, se tutto il sistema Toscana crede nel brand tuscany che è prima di tutto il mantenimento del nostro paesaggio delle nostre colline del nostro modo di vivere ed abitare il nostro splendido territorio debba agire di conseguenza perché gli imprenditori del settore non possono essere abbandonati e sono una parte indispensabile del “made Tuscany”

ASSOCIAZIONE FRANTOIANI C. ITALIA