Mempo Giardinelli è uno scrittore argentino, nato nel 1947 a Resistencia. Dal 1969 al 1976 ha vissuto a Buenos Aires. È poi andato in esilio in Messico durante la dittatura, restandoci fino al 1984.

Con questo romanzo ha vinto il Premio Nacional de Novela de México, premio che fino ad allora non era mai stato assegnato ad un’opera straniera.

Una cosa che finora ha accomunato gli scrittori argentini che ho avuto il piacere di leggere è il loro talento nel concentrare in poche pagine una storia suggestiva ed emozionante.

Questo romanzo non è da meno.

Ramiro, un giovane avvocato, dopo un periodo di studi in Francia, torna in Argentina. Nel suo periodo di assenza, la sua terra è cambiata, corrotta dalla dittatura.

Ma Ramiro ha ben altro in mente. Una sera viene invitato a cena da un vecchio amico di famiglia, il dottor Tennembaum e rimane infatuato dalla figlia tredicenne Araceli.

In pochi istanti il desiderio verso di lei lo avvolge, lo possiede, lo rende schiavo, tanto da fargli simulare un guasto alla macchina per rimanere lì a dormire.

In una notte di un caldo soffocante, Ramiro, accecato dalla voluttà, entra in camera di Araceli e la violenta.

Dopo, credendo di averla uccisa, scappa fuori di casa, quasi in uno stato allucinatorio.

Per la strada incontra il dottor Tennembaum ubriaco, che insiste perché Ramiro gli dia un passaggio.

Da lì in poi la situazione sfugge di mano al giovane uomo, in una escalation fatta di erotismo e sangue che lo porterà a compiere atti di cui non si credeva capace.

Un libro fatto di poche pagine, che mostra fin dove possono spingerti paura e lussuria, nell’arco di un tempo così breve da farti credere di essere diventato un altro.

In fondo, chi è che veramente conosce sé stesso?

Luna caliente, di Mempo Giardinelli, edito da La nuova frontiera, collana Liberamente, p.125, euro 14, 50. 

Recensione di Irene Mori