Roma, 17 nov. (AdnKronos) – “Basta con le accuse reciproche, si agisca con senso di responsabilità e spirito di collaborazione tra i vari livelli istituzionali e la società civile affinché la manutenzione del territorio esca da una logica emergenziale e diventi una delle chiavi per lo sviluppo e la crescita”. A chiederlo è il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, sottolineando come “nel dissesto idrogeologico l’Italia negli ultimi venti anni abbia investito solo 8,4 miliardi di euro a fronte di un fabbisogno pari a circa 40 miliardi, secondo le stime del ministero dell’Ambiente”.
“È sempre mancato nel nostro Paese un quadro complessivo di intervento, poiché le risorse sono state spesso indirizzate a operazioni emergenziali, senza dimenticare i tagli ai bilanci degli enti locali e i ritardi burocratici. Purtroppo – sottolinea Capone – lo Sblocca Italia ha messo l’accento più della riduzione dei tempi che non su adeguati stanziamenti di risorse”.
Per Capone, “occorre adottare intanto un piano straordinario di manutenzione e di uso del territorio con il coinvolgimento dei consorzi di bonifica e degli enti locali e proporre alla Ue di escludere dal patto di stabilità la spesa per investimenti in prevenzione. Non possiamo permetterci di bloccare il Nord, la locomotiva d’Italia, né abbandonare il Sud e le Isole alla clemenza del tempo, dovremmo rendere la manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio una nuova filiera produttiva, una leva per creare occupazione e know how ‘esportabile'”.