Home Nazionale Niente bancomat e carte di credito al benzinaio, mercoledì il ‘No Card Day’

Niente bancomat e carte di credito al benzinaio, mercoledì il ‘No Card Day’

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10 nov. (AdnKronos) – Benzina sì, ma niente bancomat o carta di credito per pagare. Il 12 novembre si potranno usare solo le banconote. Per protestare contro l’obbligo di accettare in pagamento la moneta elettronica, le principali sigle dei gestori degli impianti di distribuzione, ossia Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Figisc/Anisa-Confcommercio, hanno infatti indetto per quel giorno un ‘No Card Day’. Il costo delle commissioni, imposte dal sistema bancario, sostengono, è talmente alto da assorbire l’intero margine di gestione. Vogliamo manifestare il nostro disagio, spiegano le associazioni di categoria, con questa forma di “disobbedienza civile” perché, denunciano, “il costo delle commissioni, imposte dal sistema bancario, è talmente alto da assorbire l’intero margine di gestione”. Il rischio? Il gestore potrebbe dover “essere costretto a scaricarne gli oneri direttamente sul prezzo al pubblico dei carburanti”.
Non è che le carte o i bancomat dispiacciano ai benzinai, anzi. “Sia chiaro, noi siamo ben felici di poter incassare con la moneta elettronica – dice all’Adnkronos Martino Landi, presidente Faib Confesercenti – per noi è una sicurezza contro il rischio di rapine che da noi, visto il contante nelle nostre casse, è molto alto. Con l’obbligo di accettare le transazioni con moneta elettronica per importi superiori a trenta euro si riduce ulteriormente il nostro margine. Un rifornimento da cento euro costa, infatti, al benzinaio circa un euro di commissione, mentre il guadagno è di un euro e mezzo. Noi chiediamo un intervento del governo perché le banche ci stanno dissanguando”.
Uno ‘sciopero’ pensato per evitare, spiegano, ulteriori rialzi sul costo del carburante. “Noi lo facciamo anche per la clientela – dice all’Adnkronos il presidente della Figisc Confcommercio Maurizio Micheli – già il prezzo da noi è più alto di circa 25 centesimi rispetto alla media europea per le accise. I gestori sono già in difficoltà per la crisi economica, non vogliamo dover assistere ad altri fallimenti”.
Per questo le associazioni di categoria annunciano ricorsi alla all’Antitrust e alla Commissione europea “se non ci saranno cambiamenti” per ripristinare “la certezza del diritto e la libertà di concorrenza”.