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Pd: Civati, referendum per discutere con elettori

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Roma, 20 ott. (AdnKronos) – ”Ci sono cose che si possono fare subito, che sono d’attualità, che migliorerebbero la vita del Pd domattina, che darebbero più trasparenza alla vita democratica nostra e del Paese, che ci eviterebbero polemiche che poi non portano ad alcun cambiamento. Ci sono i referendum, per discutere almeno quanto non avevamo promesso agli elettori né alle elezioni, né al Congresso. Almeno di quello potremmo chiedere che cosa ne pensa la ‘base’ del Pd”. Lo scrive sul suo blog Pippo Civati, esponente di spicco della minoranza Pd.
”Ci sono le regole sul bilancio, perché -avverte- tutte le fondazioni siano superate o quantomeno si adeguino alle norme previste per il bilancio interno del Pd, chiarendo chi finanzia cosa, a livello nazionale e locale (questo significa avere un bilancio consolidato e tutto leggibile e accessibile). Ci sono le osservazioni sulla legge elettorale, il conflitto d’interessi, il rapporto tra elettori ed eletti, che ci paiono fondamentali, a cominciare dalla legge sui partiti che il Pd potrebbe non solo presentare alle Camere ma immediatamente applicare a se stesso”, sottolinea Civati condividendo la lettera indirizzata al Pd pubblicata sul sito della associazione ‘Possibile’.
Questi i punti salienti della proposta presentata da Civati: ”legge sui partiti, sul modello Salvi e Villone; principio di coerenza (se il Pd dice a livello nazionale che le società partecipate sono troppe, il Pd a tutti i livelli promuove, nell’autonomia funzionale, la soluzione del problema indicato); principio di coerenza: il programma di governo, come già quello congressuale, costituisce il fondamento dell’azione politica (ex art. 3 Statuto); primarie per legge: scelta consapevole degli eletti, rapporto diretto cittadini eletti”.
Civati dice la sua anche sulla legge elettorale: ”Se si vuole un partito all’americana, l’Italicum non va bene per niente”. Serve poi un regolamento interno consultazioni e referendum, per un vero partito degli elettori con dibattito e consenso informato (vedi anche alla voce formazione)”. E ancora tra i punti chiave: ”il bilancio deve essere consolidato, tutti i livelli del partito, cioè, non solo il partito centrale, sono tenuti a un bilancio leggibile e consultabile”; le Fondazioni devono essere ”trasparenti, con regole identiche a quelle osservate dal partito, per tutti i leader e i rappresentanti che ne fanno parte”.
La formazione politica per Civati va intesa ”come missione fondamentale di tutto il partito (e della politica in se stessa)” e la Carta di Pisa vale per tutti, contro la corruzione e il conflitto d’interessi a tutti i livelli”, perchè serve un ”Pd esemplare”. Infine, i ”doppi incarichi vanno superati”, occorre la separazione partito e istituzioni, se non per il premier, almeno per gli altri”.