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Piano per “la buona scuola”: la parola a docenti, dirigenti e ata

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Piano per “la buona scuola”: la parola a docenti, dirigenti e ata
cgil Arezzo

Il 6 novembre incontro di approfondimento organizzato dalla Flc Cgil e Associazione Proteo

Il mondo della scuola si ritrova, giovedì 6 novembre, nel salone Cgil di via Monte Cervino. Appuntamento alle 9 per dirigenti e personale docente e non docente. Sul tavolo “La buona scuola”, il piano che il Governo ha messo al centro di una vasta consultazione come proposta di riforma della scuola.

L’incontro di giovedì è stato organizzato dalla Flc Cgil e dall’Associazione professionale Proteo fare-sapere. Sarà introdotto da Domenico Sarracino  (Proteo) e Alessandro Gabbrielli (Flc), vedrà gli interventi di  Antonio Valentino (esperto di politiche scolastiche) e Stefania Chiodi (Centro nazionale Ata Flc) e sarà concluso da Raffaele Rapezzi  segretario regionale Flc Cgil.

“Da molto tempo si parla di riformare la  scuola – commenta Alessandro Gabbrielli, Segretario Flc Cgil. Una riforma che la metta al passo coi tempi, con la complicata evoluzione della società, delle famiglie e degli studenti, con le straordinarie trasformazioni socio-economiche. Finora, però, quando si è arrivati al dunque,   il cappio delle risorse limitate  ha soffocato ogni innovazione. Anche il governo Renzi  è  tornato sul tema,  con impegnative  e importanti dichiarazioni sulla necessità di affrontare in modo nuovo la questione della scuola, ribadendone la centralità e dichiarando di volerla porre ai primi posti nell’agenda dell’azione di governo”.

Ecco il documento, “la buona Scuola” e la consultazione che si chiuderà il 15 novembre.

“I problemi non nascono sugli intenti, su cui non è difficile concordare, ma su “come” realizzarli, sui modi, sui mezzi. Ed infatti è proprio su questi terreni che il mondo della scuola si sta interrogando, non senza ansie e preoccupazioni che, non sono solo riguardano situazioni personali (pure importanti),  ma soprattutto la complessiva tenuta del sistema e la reale capacità di portarlo ad avanzamenti e miglioramenti.  Comunque la si pensi,  prima di decidere c’è bisogno che la società ne parli, e soprattutto  che ne parli il modo della scuola, che vive una quotidianità  sempre più faticosa e difficile, irta di intralci burocratici, contraddizioni e frustrazioni. Un mondo della scuola – sottolinea Gabbrielli – che va ascoltato con rispetto e che deve rifuggire l’indifferenza e la sfiducia e deve dire  la sua, perchè questo è il momento.  Rimotivare, ridare fiducia e slancio al mondo della scuola, è questo il motore da riuscire ad avviare”.