Home Nazionale Psichiatria: l’esperto, ‘effetto Foley’ in decapitazione Roma

Psichiatria: l’esperto, ‘effetto Foley’ in decapitazione Roma

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Roma, 25 ago. (AdnKronos Salute) – “Nella decapitazione della donna uccisa all’Eur emerge un’emulazione dell’assassinio di James Foley, sia nella modalità scelta che nel significato attribuito al gesto. E a colpire è anche l’abbigliamento paramilitare che richiama quello dei terroristi. Un ‘costume di guerra’ che oggi vediamo sempre più spesso nei giovani adulti”. E’ l’analisi di Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di salute mentale e neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, sul delitto romano.
Un episodio di violenza in cui emerge un “‘effetto Foley’: la decapitazione del reporter americano scomparso in Siria – dice l’esperto all’Adnkronos Salute – vista come umiliazione ultima. Un messaggio che, tra l’altro, cozza con la tradizione: per gli antichi Romani la decapitazione era un privilegio, se confrontata con altri mezzi come ad esempio la crocifissione. Se poi l’intenzione era quella di fare a pezzi il corpo per farlo scomparire, la condizione va ben studiata”.
In ogni caso “l’identità militare dell’assissino è spia – spiega Mencacci – di un clima di guerra pervasivo, in cui a combattere non sono gli eserciti, ma gli indivudui”. Mencacci rifiuta “l’assoluzionismo che, in questi casi, mostra i violenti come vittime di problemi o patologie. Avere problemi non giustifica chi fa del male”. E un monito arriva dai numeri: “Se non ho fatto male i conti sono oltre 45 le donne e le bambine uccise in casa dall’inizio dell’anno nel nostro Paese”.