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Il rendiconto 2013: Gasperini: “amministrazione sana e in equilibrio”

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Il rendiconto 2013: Gasperini: “amministrazione sana e in equilibrio”
Stefano Gasperini

Avanzo di 10 milioni di euro, di cui 5 e mezzo circa provenienti dalla parte corrente, 1 milione e mezzo dalla parte in conto capitale, oltre 2 milioni dalla gestione dei residui.

Dati illustrati con il rendiconto comunale 2013 dal vicesindaco Stefano Gasperini. “L’amministrazione è sana e gli equilibri sono mantenuti. Quota rilevante di questo avanzo si traduce in accantonamento al fondo svalutazione crediti, come richiede la legge. Il Comune di Arezzo, nonostante le maglie stringenti, ha sempre rispettato ogni norma nazionale, conformandosi a criteri prudenziali di corretta amministrazione e di trasparenza. Nonostante questi vincoli, segnalo dal rendiconto gli oltre 8 milioni di euro di investimenti, dal Teatro Petrarca agli assi ottocenteschi, dalla riduzione dell’amianto nelle scuole agli impianti sportivi. Abbiamo acceso mutui per 318.000 euro. Importante svolta, in termini di entrate da destinare agli investimenti, è stata l’applicazione integrale delle concessioni edilizie agli stessi senza più utilizzarle per finanziare la parte corrente. L’indebitamento complessivo è sceso a 48 milioni di euro, dunque meno 10 milioni, in tema di riduzioni beneficiamo anche di quella relativa al famoso indice di spesa del personale, rispetto alla spesa complessiva, ridotto al 33%”.

Marco Tulli: “io chiedo una semplificazione politica e non tecnica di un documento del genere, non tutti possiamo avere dimestichezza con queste pratiche. Eppure rappresentiamo i cittadini, senza poter fare un’analisi compiuta. Il modo con il quale si sta portando avanti questa non trasparenza mi induce a dare un voto contrario”. Una richiesta condivisa da Gianni Mori, il quale ha innanzitutto riconosciuto a Cinzia Scartoni lo sforzo per mettere i consiglieri al corrente dei tecnicismi della materia: “leggendo inoltre tra le righe di alcuni passaggi si vede che per le sanzioni da codice della strada ci sono residui di 10 milioni di euro. Chiedo chiarimenti su questo dato. Non siamo in grado di riscuotere le sanzioni che emettiamo? Sono molto preoccupato, anche perché se dobbiamo riscuotere in totale una cifra importante come 59 milioni di euro e siamo in difficoltà con la parte relativa alle multe, come faremo con il resto? Mentre per i 52 milioni che siamo chiamati a pagare, sono certo che i creditori non si faranno attendere. Voto negativo per la mancanza di progettare il futuro insita in questa pratica”.

Anche Roberto Bardelli lo ha ribadito: “sono due anni e mezzo che abbiamo chiesto non un corso di formazione ma una riunione che dia a tutti i consiglieri una infarinatura della materia. Bene, vi vantate di un bilancio attivo, con la città allo stremo, con le strade che fanno schifo, insomma sarete bravi a fare due conti ma non ad amministrare. Convinti a votare contro”.

Luigi Scatizzi ha sottolineato “che la città vive un momento di difficoltà e il bilancio comunale non può che esserne lo specchio. D’altro canto deve dare un contributo a risolvere i problemi e non ad aggravarli. Personalmente noto una situazione di debolezza negli investimenti verso le frazioni e le periferie. Tutto è focalizzato al centro, con lavori peraltro rinviati in continuazione o realizzati a strappi. Le risorse destinate alla manutenzione non mi sembrano sufficienti, 100.000 euro al mese, per una realtà come la nostra. C’è poi il problema della riorganizzazione della macchina comunale: dal 2002 al 2013 c’è stata una riduzione del 40% della spesa per il personale, ma si tratta di razionalizzazioni eseguite solo in funzione dei numeri e non ragionando sulle priorità e l’efficienza del sistema nel suo complesso. Capisco che sia difficile fare adesso un salto di qualità, buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma non vedo tutto questo sforzo per cui voto, con sofferenza, in senso contrario”.

“Nei tre anni che sono qui – ha rilevato Roberto Ruzzi – la prima volta sul rendiconto mi sono astenuto, ancora oggi però non riesco a leggerlo, non ho capito se siamo passati da un regime contabile a un altro. Siamo convintamente contrari a questa pratica”.

Daniele Farsetti: “250.000 euro l’anno di spese telefoniche per il Comune di Arezzo: è solo un dato, tanto per sciogliere un quiz emerso dalla discussione. Un rendiconto comunque specchio della Giunta ‘palude’ Fanfani. Una lenta morte per inedia dove non s’investe e non si riscuotono i crediti. Gli stimoli a mantenere viva la città, come le opere Piuss, sono state mestamente riposte nel cassetto, altre terminate per drenare i fondi europei e lasciate morire. Cito solo la Casa dell’Energia. Perfino Equitalia ci snobba. Gli investimenti sul turismo stanno a zero, non figurativamente, è scritto chiaro alla relativa voce: 0,33% in conto capitale e 0,55% per la parte corrente. Ecco come finanziano Fanfani e la sua Giunta la rinascita di Arezzo tanto sbandierata. Il sociale tiene botta con una riduzione comunque di spesa di un milione di euro. La spesa per servizi produttivi non ha alcuna risorsa assegnata. Nel 2013 abbiamo avuto 36.000 euro di finanziamenti europei: una cosa deprimente. La presa per i fondelli contabile emerge anche nei 10 milioni di euro preventivati l’anno scorso come incassi derivanti dalla tassa sulla pubblicità, neanche fossimo Los Angeles. Bene, ne è stato accertato uno! Di sicuro il dato era stato gonfiato coscientemente, ecco l’esempio di buona pratica amministrativa. Atam nel frattempo non ha elargito utili, Coingas lo fatto per appena 316.000 euro: ma possono dirci, società del genere, come mai sono così magre? Colpa forse della tante sponsorizzazioni elargite? E Nuove Acque? Essa consegna nella casse comunali la ‘stratosferica’ cifra di 48.000 euro a fronte di utili pluri-milionari. Intanto i nidi comunali vedono il progressivo smantellamento della gestione diretta pubblica. Stare a invocare sempre la luna e non porre in atto alcuna azione, perché dei vincoli ci sono ma ci sono anche margini di manovra, è una delusione”.

Luigi Lucherini: “non possiamo rispondere alla sollecitazione di Tulli dicendo: noi abbiamo i conti a posto, pazienza se non sapete leggerli. Un prospetto che indichi come si sono svolti i flussi di cassa mi pare doveroso. L’altro aspetto è la grossa difficoltà a formulare il bilancio in una società dove i comportamenti sono totalmente stravolti. Il concetto di riscuotere i crediti sta diventando una farsa. E allora mi si dice che l’avanzo, il residuo attivo, esiste per 10 milioni di euro ma non è spendibile. Ma allora che significa, questo dato viene citato con soddisfazione o con pessimismo? E noi consiglieri comunali siamo chiamati a votare un documento certo o ipotetico? In effetti Coingas ci regalava, quando ero sindaco, un miliardo e mezzo di utili. È chiaro che mano a mano che il Comune di Arezzo perderà la propria presenza in queste strutture, riceverà da esse sempre meno. Il gruppo Progetto per Arezzo voterà contro perché questa pratica dimostra come siamo la città della continua rinuncia alle occasioni di crescita. Da sindaco volevo portare l’Outlet in un’area come la ex Lebole: questa era ambizione, che era anche amore per la città e che evidentemente diede noia a qualcuno”.

“Per la prima volta ho visto l’assessore Gasperini in difficoltà – ha rilevato Gianni Cantaloni – per la risposta di grande responsabilità che ha dato il Consiglio Comunale. La dicotomia tra amministratori e amministrati si ampia ogni volta che i rappresentanti di questi ultimi non sono in condizione di svolgere il proprio ruolo. Vogliamo essere messi in condizione di capire le cose: che vuol dire abbiamo un avanzo quando poi questo non serve neanche per tenere due sezioni degli asili? Il problema della presenza degli assessori è effettivo: ci sono assenze storiche ogni volta che si svolge il Consiglio Comunale, che ne sanno delle indicazioni che provengono dai rappresentanti dei cittadini? Voterò in senso contrario, dobbiamo fare tesoro delle parole emerse nella discussione e aprirsi all’esterno. Cito solo Foiano che negli anni ha colto un’occasione storica proveniente da fuori e in questi giorni l’ha messa a frutto alla grande”.

 

Nella sua replica Stefano Gasperini ha ricordato che “sì, le spese telefoniche restano ma nell’ultimo anno le abbiamo ridotte di 100.000 euro. Sottolineo di nuovo  che questo è un bilancio che parte e vive in una situazione di disagio. Non sono un entusiasta assertore del bilancio in attivo, cosa di cui peraltro non ho parlato: ho detto che esiste un avanzo di amministrazione generato dall’accantonamento al fondo svalutazione crediti che dovrà essere alimentato ulteriormente nei prossimi anni. Quindi avremo avanzi sempre più consistenti, disposti dalla legislazione contabile, di limitata applicazione. Sono stato sempre disponibile alla discussione e alle spiegazioni, il rendiconto è stato messo a disposizione con largo margine rispetto alla discussione odierna. Non dimentichiamo che le aliquote sulle imposte locali sono state anticipate rispetto al rendiconto, per cui non sono mancati i momenti di confronto sul terreno economico. Capisco la necessità di chiarezza, la condivido, abbiamo a che fare con tabelle ministeriali e da queste non se ne esce. Individuiamo un giorno in cui trovarci per un’analisi e una riflessione che serva per le discussioni future sul bilancio. Anche gli uffici comunali sono a disposizione”.

Per Matteo Bracciali “la responsabilità di una maggioranza è, sì, nel governo, ma anche nello stare ad ascoltare i rilievi delle opposizioni. Noi del Pd stamani siamo qui in 16 a difendere questa pratica che sottolinea la cultura di governo di questo partito, il suo dato costitutivo. Questo Comune è gestito senza fantasie contabili ma con la costante ricerca delle occasioni alternative e delle trasformazioni necessarie. Questa Giunta ha fatto uno sforzo in questi anni, ha dato garanzie sul sociale ad esempio, ha tratto slancio dal Piuss e sono queste le risposte più forti alle maglie seppur strette che stanno imponendo agli enti locali”.

 

“L’entusiasmo messo nel nostro lavoro, dal 2006 a oggi – ha chiuso la discussione il sindaco Giuseppe Fanfani – non è venuto meno, certo la crisi di questi anni ci ha messo a dura prova. Si è verificata. Penso spesso a quei sindaci del passato che potevano disegnare con risorse a disposizione il futuro delle loro città. Bene, siamo nella situazione opposta. Il bilancio è stato costruito con sagacia e lungimiranza, garantisce che questo Comune non vada in default. Mi pare che di esempi di bilanci fantasiosi ne abbiamo, anche di vicini. Questo Comune sarà in grado di ripartire quando lo lasceremo, nella speranza che la situazione sia in ripresa e che siano possibili scelte coraggiose. Ma ci vuole coraggio anche a dire dei no”.

 

Il rendiconto è stato approvato con 17 voti favorevoli e 14 contrari.