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Rifiuti: serve una svolta gestionale e culturale, Movimento 5 Stelle contro il Piano interprovinciale

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Rifiuti: serve una svolta gestionale e culturale, Movimento 5 Stelle contro il Piano interprovinciale
Movimento 5stelle

I gruppi consiliari della Provincia di Arezzo del Movimento 5 Stelle hanno illustrato in una conferenza stampa le osservazioni del movimento al Piano interprovinciale dei rifiuti.

Ecco il consigliere aretino Daniele Farsetti: “il movimento sta crescendo in un tutto il territorio: nei 10 Comuni della Provincia in cui ci siamo presentati abbiamo preso almeno un consigliere. Continuiamo dunque a fare rete. Il piano interprovinciale dei rifiuti è uno degli aspetti sui quali vogliamo puntare l’attenzione. Il piano è espressione dei governi di questi territori e ha una visione ‘borbonica’ di queste risorse. Perché io preferisco chiamarle ‘risorse’ e non ‘rifiuti’: dichiarazioni di principio tante, azioni efficaci nessuna. Secondo noi è un piano molto carente intanto perché non è aderente alla legge e alle direttive europee che imporrebbero la fine dell’incenerimento entro il 2020. Poi si fanno ipotesi che sfuggono alle previsioni della raccolta differenziata al 65% nel 2012: qui si fa riferimento al 50% nel 2016. Strano che il diritto e la legge non valgano per le amministrazioni pubbliche. E attenzione, ci sono le prime sentenze di condanna contro amministratori che hanno provocato un danno alla comunità perché non hanno rispettato proprio queste indicazioni normative.

Uno dei temi di fortissimo contrasto, per noi, è che questo piano parte da numeri che non ci convincono: un piano che dovrebbe porsi come obiettivo pratiche virtuose e diminuzione della produzione dei rifiuti, ne prevede invece un aumento! Prendendo a riferimento l’anno 2013, si parte dalle attuali 532.000 tonnellate e si arriva alle oltre 600.000 tendenziali fra qualche hanno”.

“La nostra proposta principale – ha dichiarato Ascanio Ferraro, consigliere comunale a Foiano – è il porta a porta: per noi bisogna applicare la tariffa puntale, ovvero fare pagare al cittadino una tariffa proporzionata effettivamente a quanto ricicla. Ci sono esperienze in Veneto in questo senso che funzionano. Dopo di che serve un’organizzazione stabile che concepisca il rifiuto come materia prima”.

“Se applichiamo la tariffa puntuale – ha aggiunto Marco Bonaccini, consigliere comunale di Terranova Bracciolini – cominciamo a dare al rifiuto un valore economico, che è una vera svolta culturale. In un arco di tempo decennale, i risultati possono avvicinarsi a quanto chiede l’Europa e a una seria riduzione dei rifiuti. E non è che le persone non sono disponibili a fare la differenziata, anzi è una pratica alla portata anche degli anziani. Partendo da premesse numeriche sbagliate, il piano crea un giustificativo per tutta una serie di impianti futuri, che attingono magari a finanziamenti pubblici, che si tradurrebbero in un costo economico e ambientale a danno di tutti”.