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Russia: 60 milioni i lettori dei media ‘toccati’ dalla legge anti-stranieri

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Mosca, 27 set. (AdnKronos) – Sono circa 60 milioni i lettori in Russia interessati direttamente dalla legge approvata ieri dalla Duma che pone come limite alla proprietà straniera dei media il tetto del 20 per cento a partire dal primo febbraio del 2017 per assicurare alla Russia la “sovranità dell’informazione” (secondo dati elaborati dall’agenzia economica RBC).
Tre i grandi gruppi che saranno costretti a rivedere l’assetto dei loro investimenti in Russia: la finlandese Sanoma Independent Media -che insieme a Financial Times e Wall Street Journal, pubblica dal 1999 il quotidiano finanziario Vedomosti (75mila copie vendute ogni giorno, 4 milioni di visitatori al mese per il sito), e possiede Moscow Times, le edizioni russe di Cosmopolitan, Esquire, National Geographic- Hearst Shkulev Media e Burda. A questi, si aggiunge il primo gruppo straniero in ordine di tempo a investire in Russia nel 1989, CTC Media, con le sue emittenti generaliste fondate da un americano e in onda dal 1996, al 38 per cento della svedese Modern Times Group.
Il ceo di Sanoma, Jean Eammanuel De Witt ha anticipato nei giorni scorsi, senza citare alcun caso concreto, la chiusura di alcuni media perché, ha detto, i proprietari delle testate non accetteranno di non poter decidere la scelta del direttore. E allora, gli editori stranieri venderanno le loro quote a “un gruppo ristretto” di investitori “legati al presidente e al suo circolo”, come ha spiegato il presidente di Hearst Viktor Shkulev, in una intervista a Slon.ru. L’iniziativa di tre deputati di secondo piano approvata in tempi record e quasi all’unanimità, scriveva il Financial Times nei giorni scorsi citando fonti non identificate, è stata in realtà promossa dal capo di Gazprom Media Mikhail Lesin e dal vice capo dello staff del Cremlino Aleksei Gromov.
“E’ un passo indietro. Abbiamo sempre detto che vogliamo poter accedere a tecnologia e conoscenze di punta o anche solo a investimenti per sviluppare la nostra economia e ora invece diciamo alle persone che hanno creduto in noi e hanno investito e aperto società in Russia, ‘andate via’”, commenta in una intervista al Moscow Times Aleksandr Vinokurov, il proprietario dell’emittente televisiva Dozhd, buttata fuori all’inizio dell’anno dal circuito dei principali pacchetti televisivi via cavo e satellite, e delle riviste Slon.ru e Bolshoi Gorod.
Sempre per citare solo il problema per gli investimenti, lasciando quindi da parte quello della libertà dell’informazione in Russia si prevede un ulteriore calo della raccolta pubblicitaria, e quindi della qualità dei contenuti, in testate dal futuro incerto come quelle di proprietà di compagnie straniere. “Le tendenze negative già presenti nel settore subiranno una accelerazione, i contenuti saranno semplificati e la qualità si abbasserà”, afferma Shkulov. La legge, che deve ancora essere approvata dal Consiglio della Federazione e firmata dal Presidente Putin, insieme al sequestro delle azioni di Bashneft disposto ieri avrà come inevitabile effetto, persino ammesso dal ministro dello sviluppo economico Alexei Ulyukayev, di rendere il clima degli investimenti più difficile.
“La proprietà straniera era l’unico elemento che proteggeva l’integrità editoriale di alcune testate russe. Se non sarà più autorizzata, possiamo dire addio all’ultima forma di protezione rimasta”, ha commentato Leonid Bershidsky, fra i fondatori di Vedomosti e Forbes Russia, nei mesi scorsi si è trasferito a Berlino, da dove collabora con Bloomberg. “Questa legge butta via il lavoro della mia vita”, ha scritto in una mail al New York Times.