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Salute: esperto, acqua rubinetto più a rischio contaminazione rispetto a bottiglia

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Roma Roma, 27 mag. (Adnkronos Salute) – L’eterno duello tra le acque potabili degli acquedotti comunali e le ‘gemelle’ in bottiglia su quale sia più sicura e controllata sembra non avere un vincitore, anche se nel primo caso “andrebbe fatta prevenzione e una maggior informazione sui rischi della contaminazione da microrganismi fecali soprattutto quando esce dal rubinetto di casa”. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Marco Guida, del Dipartimento di biologia dell’Università Federico II di Napoli, coordinatore nel 2010 di una ricerca che aveva evidenziato questo tipo di problema nel 24,83% dei campioni analizzati. “Probabilmente – aggiunge – per la scarsa manutenzione delle emergenze domestiche o serbatoi di accumulo in concomitanza di una presenza limitata, se non nulla, di cloro in residuo libero”.
La ricerca ha messo a confronto la qualità microbiologica dell’acqua che esce dal rubinetto di casa di 50 città italiane in 17 Regioni e quella delle minerali imbottigliate in Pet di 24 differenti marche. “Ebbene nel 2010 il 25% dei primi campioni aveva una contaminazione da microrganismi di origine fecale – precisa Guida – un rischio dovuto alla cattiva manutenzione del rubinetto di casa, dell’impianto condominiale o una scarsa pulizia dei filtri usati per abbattere la durezza”. L’acqua minerale imbottigliata e’ risultata priva di contaminazione. Tra i microrganismi evidenziati dai controlli sono stati trovati per il 5,56% E. Coli, 18,52% coliformi totali, 2% Pseudomonas, 15,09% Aeromonas e 11,11% Enterococco fecale.
“Nei tubi di casa si può formare un biofilm batterico – sottolinea l’esperto – che non può esserci nelle condotte cittadine. E’ nell’ultimo tratto, dalla condotta alla rete del condominio fino a lavandino, che questo biofilm è pericoloso perché non c’e’ la pressione presente nelle condotte. Per evitare questo rischio microbiologico – conclude – e’ necessario pulire con attenzione il rompi getto del rubinetto e con frequenza aprire l’acqua calda almeno a 55 gradi, cosi’ da eliminare, ad esempio, la legionella. Ma se si vuole riempire una caraffa, meglio far scorrere abbondantemente prima di riempirla”.
Secondo Guida, che è anche direttore del corso di perfezionamento in igiene e tecnologia degli alimenti della Federico II, “è difficile dare un giudizio assoluto su quale acqua è più sicura: se quella degli acquedotti pubblici o l’acqua in bottiglia. E’ certo che quest’ultima è controllatissima e i produttori non hanno alcun interesse nel peccare in questo tipo di analisi, il danno sarebbe enorme”.
“C’è anche da dire – suggerisce l’esperto – che ci sono comuni in Italia dove l’acqua comunale ‘nasce’ alla fonte con un’alta qualità e ha controlli molto severi da parte dell’amministrazione e delle Asl. Roma e Napoli – conclude – sono due città che possono vantare questo risultato”.