Home Nazionale Sanità: bimbi diabetici, in arrivo pronto soccorso ‘su misura’

Sanità: bimbi diabetici, in arrivo pronto soccorso ‘su misura’

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Roma Milano, 15 mag. (Adnkronos Salute) – Un protocollo unico per far sì che tutti i pronto soccorso italiani siano preparati a gestire le emergenze dei bambini con diabete di tipo 1. Il documento detterà le procedure da mettere in campo per trattare le urgenze dei baby-pazienti, fornendo informazioni precise su quali esami e trattamenti avviare, in quale sequenza e quantità, al momento dell’arrivo in pronto soccorso. Il protocollo viene formalizzato oggi a Torino in occasione dell’incontro del Gruppo di studio sul diabete della Siedp (Società italiana di endocrinologia pediatrica), promosso con il sostegno di Eli Lilly. Verrà condiviso con gli specialisti della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza pediatrica che lo diffonderanno. Ed entro la fine del 2014, le 450 unità di pediatria italiane che svolgono funzioni di pronto soccorso pediatrico saranno più attrezzate anche per prevenire le complicanze.
A fare da apripista l’ospedale Regina Margherita – Città della salute di Torino. Nel testo si forniscono anche indicazioni su quali siano i centri specialistici italiani di riferimento a cui inviare i bambini nelle situazioni più gravi. “Questi piccoli pazienti sono circa 15.000 in tutta Italia, di cui circa 1.000 in Piemonte – spiega Ivana Rabbone, specialista in diabetologia pediatrica al Regina Margherita – Circa il 40% dei pazienti ha vissuto un’emergenza acuta all’esordio e potrebbe affrontarla nuovamente nel corso della propria vita. Queste situazioni si verificano, in particolare, quando viene scoperta la malattia. Nel nostro ospedale nel 2013 vi sono stati 64 esordi di diabete di cui 24 in chetoacidosi”, una delle complicanze del diabete infantile più diffuse. “E’ opportuno che la fase di esordio in caso di emergenza grave possa essere gestita in un centro specialistico di riferimento”. In particolare in età prescolare, fascia in cui il 72% dei bimbi con diabete presenta, al momento dei primi sintomi, una forma più o meno grave di chetoacidosi.
Una survey nazionale condotta tra il 2012 e il 2013 in 68 centri pediatrici, raccogliendo dati su quasi 15 mila pazienti con diabete tipo 1, rileva “complessivamente una disomogeneità nel trattamento delle più diffuse complicanze: circa 270 piccoli pazienti sono stati curati senza seguire le linee guida specifiche – illustra Dario Iafusco, vice presidente Siedp e diabetologo del Centro ‘G.Stoppoloni’ della Seconda Università di Napoli – Nei bambini italiani si verificano ancora frequentemente gravi complicanze all’insorgere del diabete confermando la necessità di condividere un protocollo unico”.
Il nuovo protocollo, informa Antonio Urbino, presidente Simeup, “verrà diffuso tramite i 1.700 soci della società scientifica che presiedo. Disporre di un protocollo condiviso con gli specialisti in diabetologia pediatrica è fondamentale per fornire ai pediatri dell’urgenza uno strumento unico ed efficace per evitare gravi complicanze”. Complicanze dietro le quali si nascondo storie drammatiche. Come quella di Anna, che a 14 mesi è arrivata in pronto soccorso al Regina Margherita, dal Cuneese, “già in coma”, racconta la mamma della piccola. “Era l’estate del 2011. La bambina non mangiava, era stanca e assetata, urinava molto e l’ultimo giorno vomitava. La pediatra, pensando fosse disidratata, magari per un disturbo gastrointestinale, aveva consigliato di darle acqua e zucchero”. La scelta di portarla in un pronto soccorso attrezzato, riflette oggi la mamma, “ha salvato la vita di mia figlia. Dopo due giorni in terapia intensiva e una trombosi a una gamba, la piccola ha iniziato a riprendersi”.
Oggi “i risultati ottenuti nell’ospedale infantile Regina Margherita, dove è già in uso un protocollo sperimentale condiviso, sono molto positivi – conclude Urbino – Il medico di guardia gestisce anche situazioni complesse e solo nel 4% dei casi si verificano complicanze gravi. Il ricorso alla rianimazione è molto raro e il bambino viene ricoverato nel reparto di diabetologia quasi sempre in condizioni stabili e non più critiche”.