Home Nazionale Schiavella (Fillea) a Renzi, non chiediamo tavoli ma risposte concrete

Schiavella (Fillea) a Renzi, non chiediamo tavoli ma risposte concrete

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Roma, 2 apr. (Labitalia) – “Il nuovo governo ha lanciato una sfida, quella del fare. Se vuole fare davvero non troverà certo ostacolo. Anzi la Fillea, unitariamente a Filca e Feneal, vuole rilanciare la sua sfida. Signor Presidente del Consiglio, voglio darle ragione, non voglio chiedere tavoli ma risposte concrete in 60 giorni”. Così Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, nel corso della sua relazione introduttiva, che ha aperto il congresso degli edili di corso d’Italia al centro congressi Frentani a Roma, al governo e al premier.
“Non le invio una mail -continua Schiavella- ma una bella slide in power point in cui le chiediamo: sblocco selettivo del patto di stabilità per i comuni virtuosi; apertura dei cantieri entro giugno almeno per un terzo degli stanziamenti previsti per l’edilizia scolastica; pagamento debiti alle imprese a partire da luglio; strutturalità degli incentivi per ristrutturazioni antisismiche e di adeguamento energetico e per i connessi acquisti di arredo almeno fino al 2020; richiesta Durc per congruità a tutte le imprese che fruiscono di incentivi e adozione di protocolli di contrattazione di anticipo con le unità di missione per edilizia scolastica e assetto idrogeologico”.
“Le diamo tempo -sottolinea Schiavella- fino al 30 giugno e poi vedremo a che punto siamo. Non sarà un’attesa passiva. Se vorrà -spiega il dirigente sindacale- le nostre idee e le nostre proposte sono a sua disposizione, insieme a quelle degli architetti con cui il 26 marzo abbiamo siglato una importante intesa. Scelga Lei il metodo e lo strumento più adatto e moderno. Per noi quello che fa la differenza resta la sostanza -conclude- e il merito senza alcun pregiudizio ma, ne stia sicuro, anche senza sconti”.
E il decreto legge del ministro Poletti, aggiunge il leader della Fillea “non introduce alcun cambiamento di direzione, anzi aumenta la precarietà. Si continua a pensare che aumentando le flessibilità si aumenta il lavoro. Se così fosse l’edilizia, dove il 95% delle imprese è sotto i 15 dipendenti, dove si può licenziare per fine cantiere e fase lavorativa, non sarebbe in crisi. Quella che viene chiamata riforma del contratto a tempo determinato non è altro che un lavoro a chiamata mascherato o, nella migliore delle ipotesi, un allungamento a tre anni del periodo di prova”.
Per Schiavella gli effetti del dl “sul settore saranno devastanti in termini di strutturazione dell’impresa, di regolarità del lavoro e soprattutto di sicurezza. Si ricordi che in edilizia, al di la delle statistiche, si continua a morire nei cantieri. Inoltre pagare il 35% la formazione teorica degli apprendisti non è certo il modo migliore per formarli”. “A noi della Fillea –continua Schiavella- la flessibilità non spaventa. Siamo una punta avanzata nella sperimentazione contrattuale. Non c’è niente di preconcetto nel nostro no al suo decreto. Semplicemente è sbagliato perché aggiunge casino al casino”.
E dal sindacato arriva anche una proposta al ministro del Lavoro Poletti. “Volete semplificare? Bene allora contratto unico a tutele crescenti –spiega Schiavella- abolendo ogni altra forma contrattuale, a partire dalle partite iva. Ma gli effetti più devastanti il suo decreto li produce con le ennesime modifiche al Durc. Non è una smaterializzazione del Durc la sua, è la vaporizzazione del Durc”.
“Di fatto, con quelle modifiche –attacca Schiavella- un Durc vale 6 mesi quando nel ciclo dei subappalti le lavorazioni si contano a settimane e le imprese spariscono nel giro di un mese fra fallimenti, concordati in bianco e tutte le altre diavolerie che si consentono loro. Manca solo un ulteriore allentamento della responsabilità solidale e siamo al Far West. So che ci state pensando, ma su questo non si passa! Su questo sì che dovrete cambiare verso!”.