Home Nazionale Sos ‘climatico’ all’Ue, questa è l’ultima generazione a poter fare qualcosa

Sos ‘climatico’ all’Ue, questa è l’ultima generazione a poter fare qualcosa

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Roma, 9 ott. – (AdnKronos) – Le associazioni ambientaliste e il mondo scientifico uniscono le forze e lanciano l’ennesimo grido di allarme: questa è la prima generazione a dover fare i conti con la minaccia dei cambiamenti climatici, ma anche l’ultima generazione a poter fare qualcosa. Un appello all’Ue perché non perda il suo ruolo guida di fronte alle sfide che ci aspettano e nell’affrontare la situazione attuale: un aumento della popolazione mondiale che passerà dagli attuali 7 miliardi a 9 miliardi di persone nel 2050; una quota attuale di combustibili non rinnovabili che supera l’85%; un pianeta che si sta velocemente riscaldando, con i 10 anni più caldi registrati dal 1998.
Dati diffusi oggi nel convegno Europa 2030. Obiettivi ambiziosi per la lotta ai cambiamenti climatici e l’energia” voluto da Greenpeace, Legambiente e Wwf, per chiedere all’Europa e all’Italia una nuova politica energetica, scelte innovative e obiettivi ambiziosi per il clima e l’energia. Richieste che arrivano in vista dell’incontro che il Consiglio Europeo avrà il prossimo 23 e 24 ottobre, durante la Presidenza italiana, per definire i nuovi obiettivi al 2030 su clima ed energia.
Per le associazioni ambientaliste c’è bisogno di un accordo politico ambizioso che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, come Presidente di turno Ue, deve guidare con coraggio proponendo come target, necessari per raggiungere le emissioni zero entro la metà del secolo: – 55% di emissioni, + 45% di energia rinnovabile, – 40% di consumo energetico entro il 2030. La definizione di questi obiettivi determinerà infatti, le scelte energetiche e climatiche dei prossimi quindici anni, influenzando la misura con cui si agirà per contenere il surriscaldamento globale.
Per le associazioni ambientaliste l’Italia non può limitarsi a svolgere un ruolo semplicemente notarile di presidente di turno dell’Unione europea, ma è chiamata ad essere la portatrice in Europa di una visione lungimirante e ambiziosa nel dibattito per la definizione dei nuovi obiettivi al 2030, dimostrando con i fatti la sua capacità di leadership e volontà politica di investire nello sviluppo di un’economia europea a basse emissioni di carbonio.
Un’economia che può farci superare la doppia crisi climatica ed economica, creando nuove opportunità dal punto di vista dell’occupazione, dell’innovazione e dello sviluppo di tecnologie pulite. Per questo Greenpeace, Legambiente e Wwf nei giorni scorsi hanno lanciato un appello al Premier Renzi, sottoscritto da oltre 20 associazioni e network ambientalisti, per chiedere al Governo italiano di sostenere con forza un nuovo accordo politico per il nuovo quadro comunitario al 2030.
Per le associazioni ambientaliste i tre obiettivi comunitari al 2030 proposti dalla Commissione, 40% di riduzione delle emissioni Co2 vincolante per gli Stati membri; l’aumento al 27% per le rinnovabili, vincolante solo a livello comunitario e l’incremento al 30% dell’efficienza energetica, senza specificare se mantenere questo obiettivo indicativo o renderlo vincolante , non consentono all’Europa di mettere in campo una forte e coerente azione climatica in grado di invertire la rotta.
Inoltre il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici proposti dalla Commissione, come dimostrano diverse analisi indipendenti, non è coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di almeno il 95% al 2050, in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2°C.
Per Greenpeace, Legambiente e Wwf i tre target necessari che il nuovo accordo su clima ed energia deve contenere sono: un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas-serra del 55%; l’esclusione dell’utilizzo di crediti internazionali per il raggiungimento di questo obiettivo (oggi il 75% dei crediti esterni Ue è realizzato in Russia, Ucraina e Cina, penalizzando gli investimenti domestici nelle tecnologie pulite).
Infine, deve includere un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica del 40% e l’aumento dell’obiettivo per le rinnovabili, al 45%.