Home Nazionale Sport: cardiologo, Italia indietro anni luce su soccorsi contro morti in campo

Sport: cardiologo, Italia indietro anni luce su soccorsi contro morti in campo

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Barcellona, 1 set. (AdnKronos Salute) – Maurice Muamba, Marc-Vivien Foé, Piermario Morosini. Tre calciatori colpiti da un arresto sul campo di gioco, ma solo il primo ancora vivo per raccontare il suo ‘miracolo’ grazie alla prontezza dei soccorsi: 1,07 minuti dal collasso alla rianimazione cardiopolmonare, 2,21 dal crollo sul tappeto erboso alla prima scarica elettrica. Tre storie ricordate oggi al congresso della Società europea di cardiologia (Esc), in corso a Barcellona.
Il dramma del giocatore del Livorno, morto il 14 aprile 2012 al 31esimo minuto di una partita in trasferta contro il Pescara, “dimostra chiaramente che in Italia manca cultura sulla defibrillazione. Su questo fronte siamo ancora indietro anni luce, mentre siamo leader in prevenzione primaria grazie all’introduzione dello screening elettrocardiografico” per chi fa sport agonistico. Lo afferma Domenico Corrado, professore di malattie cardiovascolare all’università di Padova, intervenuto a una sessione del meeting catalano dedicata alla morte cardiaca improvvisa nello sport.
“Spesso mancano ancora defibrillatori in campo, nonostante la legge Balduzzi li abbia previsti”, sottolinea l’esperto parlando con i giornalisti italiani. Secondo uno studio condotto in Veneto e pubblicato su ‘Jama’ dopo il via allo screening sul cuore degli sportivi, “le morti in campo sono crollate del 90%”: da 3,6 a 0,4 casi su 100 mila abitanti per anno, contro gli 1,2 casi/100 mila per anno registrati per esempio in Olanda. “Se avessimo più risorse potremmo fare ancora di meglio e allargare lo screening con l’ecocardiografia, o magari con la diagnosi genetica”, osserva Corrado. “Ma la prima cosa da fare è educare, creare cultura. Partendo dalle scuole”. (segue)