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Sudan: Italians for Darfur, nuovo processo per cristiana condannata a morte

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Roma, 16 mag. – (Adnkronos/Aki) – “Meriam Yahia Ibrahim Ishag avra’ un nuovo processo, sara’ la Corte suprema ad affrontare il suo caso. Scongiurare la condanna a morte e’ possibile”. Lo ha annunciato Italians for Darfur (Ifd), organizzazione che ha promosso una petizione per salvare la 27enne cristiana, incinta di otto mesi e madre di un bambino di un anno e mezzo, condannata a morte ieri perche’ non ha voluto rinnegare la sua fede.
“Abbiamo avuto la conferma dal nostro referente a Khartum di Sudan Change Now, Khalid Omer Yousif, che sta seguendo il caso da quando Meriam e’ stata arrestata il 17 febbraio scorso insieme al figlio di 20 mesi”, ha affermato Antonella Napoli, presidente di Ifd, in un comunicato. Nella loro sentenza di ieri, i giudici hanno anche stabilito che Meriam dovra’ subire cento frustate per aver commesso adulterio, visto che il suo matrimonio con un uomo cristiano non e’ riconosciuto valido in base alla sharia (diritto islamico).
Meriam e’ sposata con Daniel Wani, un sud-sudanese cristiano. Lei e’ invece sudanese e nel suo paese e’ considerata musulmana, perche’ nata da un padre musulmano. In base alla sharia, una donna musulmana non puo’ sposare un uomo di un’altra fede e i figli nati dalla loro unione sono quindi considerati illegittimi e frutto di adulterio. “Noi, con le altre organizzazioni mobilitate – ha scritto oggi Ifd – continueremo la nostra battaglia per salvare Meriam, come abbiamo fatto in passato per Layla e Intisar, condannate alla lapidazione per adulterio e poi graziate grazie alla nostra mobilitazione”.