Milano, 4 ott. (Adnkronos) – Gli atti di terrorismo islamico non hanno nulla a che vedere con la religione. E’ quanto tiene a precisare Yahya Pallavicini, vicepresidente del Coreis e Imam della moschea di via Meda a Milano. “Il terrorismo islamista di Al qaeda e questo ridicolo e violento stato islamico in Asia centrale non hanno alcuna matrice con la religione, la civiltà e la spiritualità islamica”, spiega Pallavicini all’Adnkronos. “E’ un abuso di interpretazione politicheggiante e non ha nessuna legittimità nel diritto islamico”.
“Lo scatenamento di queste forze -prosegue Pallavicini- è in parte dovuto alla volontà di potere di alcuni individui che vogliono percorrere una loro utopia ideologica e di rivoluzione sociale, utilizzando da un lato la politica e dall’altro la religione. Il problema -osserva- è che ci troviamo davanti a follie che sanno organizzarsi e pretendono di legittimare la violenza creando il caos”.
Dal punto di vista religioso “noi come teologi e come uomini di spiritualità siamo contrari a qualsiasi uso della violenza. Bisogna però fare una differenza: da un alto -sottolinea Pallavicini- c’è una violenza gratuita che porta il discredito nei confronti della nostra religione e dall’altro lato c’è una reazione militare che cerca di evitare che questa assurdità dilaghi. Sono due livelli di violenza differenti, ma noi siamo più coinvolti nel cercare di reagire in forma non militare ma educativa a questo abuso creato in Asia centrale”. (segue)