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Toscana: dalla scuola al lavoro boom di giovani impegnati in agricoltura

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Firenze, 19 nov. (Labitalia) – Ci sarà sempre più agricoltura nel futuro dei giovani toscani? Molti ne sono convinti, e la riprova è data anche dalla crescita delle iscrizioni nelle scuole, sia in quelle secondarie che all’università, e proprio nelle materie connesse all’agricoltura. Lo rivela un’indagine presentata a Firenze durante una conferenza stampa alla quale ha partecipato l’assessore all’Agricoltura e foreste della Regione Toscana, Gianni Salvadori.
“Girando per la Toscana -ha detto l’assessore- per fortuna vedo davvero tanti giovani impegnati in agricoltura: una notizia bella, la dimostrazione concreta che si comincia a respirare un clima diverso con una agricoltura al centro di uno sviluppo sostenibile e capace di fornire un contributo gigantesco”.
I diplomati degli istituti tecnici agrari e professionali, sono stati in media 412 all’anno negli ultimi 3 anni. Da una ricognizione effettuata dagli uffici della Regione Toscana risulta inoltre che nel 2014 gli iscritti al primo anno delle scuole superiori di agraria sono stati 1012.
Il 50% circa dei nuovi diplomati si iscrive all’università. La principale motivazione per la scelta universitaria è la convinzione di avere, con la laurea, una migliore possibilità di trovare lavoro. L’indagine rivela anche un risvolto legato alla crisi, ossia che una percentuale non indifferente di giovani (27%) non si è iscritta all’università per motivi economici. Il 70% circa del restante 50% dei diplomati che non si iscrivono ad un corso universitario trova lavoro entro un anno dal diploma: il 17% nel pubblico, l’83% nel privato. Di questi il 30% si colloca presso un’azienda agricola.
Il 52,4% dei laureati in Agraria all’università di Firenze ha dichiarato di lavorare; la maggior parte (72,3%) di questi laureati ha trovato una forma di occupazione in ambito agrario: studi professionali (46,8%), aziende agrarie (12,0%), la stessa Scuola di Agraria come collaboratori (13,5%); il 16,3% dichiara di avere un rapporto a tempo indeterminato.
Quanto al percorso seguito per trovare lavoro oltre il 60% ha fatto affidamento su iniziative personali: il 40,4% è ricorso a conoscenze personali, quasi il 23% ha trovato lavoro con l’invio del curriculum. Meno dell’1% si è servito dell’ufficio di collocamento. Molto scarsa risulta l’iniziativa diretta delle imprese.