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Tv: con la caccia alle streghe torna ‘Il Tempo e La Storia’

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Roma, 1 ott. (AdnKronos) – Dalla caccia alle streghe a Modena alle microstorie della gente comune che ha fatto la Resistenza. Dal rapporto che lega i mafiosi alla religione ai segreti della conferenza di Yalta, svoltasi in Crimea dal 4 all’11 febbraio del 1945. Passando per la nuova Roma di Mussolini con la trasformazione della città sotto il Fascismo.
Oltre 160 puntate per raccontare, con un occhio attento alla divulgazione ma senza trascurare il rigore scientifico, le tante pagine di storia: non solo quelle del ‘900 ma anche quelle del Medioevo o del periodo contemporaneo. Torna, dal 6 ottobre, dal lunedì al venerdì, ‘Il Tempo e la Storia’, il programma condotto da Massimo Bernardini, trasmesso dal lunedì al venerdì alle 13,10 su Rai3 e alle 20,50 su Rai Storia.
Obiettivo del programma è quello di “raccontare la storia mettendo al centro chi fa storia e chi fa ricerca. Mettendo al centro cioè il ragionamento sulla storia per aiutarci a comprendere ed interpretare il presente”, ha detto Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura. ‘Il Tempo e La Storia’ farà leva un vero e proprio comitato scientifico formato da numerosi storici tra cui spiccano Giovanni De Luna, che si occuperà della puntata ‘Tre Storie di Resistenza’ e Alessandro Barbero, che curerà invece la puntata ‘Caccia alle streghe’. Un gruppo di 14 professori, che collabora alla scrittura delle puntate, di cui fanno parte atra gli altri anche Franco Cardini, Ernesto Galli della Loggia, Agostino Giovagnoli e Lucio Villari.
“Questo è un programma che ci inorgoglisce- ha spiegato il D. di Viale Mazzini, Luigi Gubitosi, perché associa ad un’importante attività divulgativa una grandissima scientificità. Ha trovato un giusto equilibrio e credo che intorno a questo programma si dovrebbero costruire nuovi trasmissioni”.
Il Dg ha poi sottolineato la necessità di “unificare la storia in Rai. Qualche giorno fa c’è stata una protesta perché abbiamo chiuso una rubrica di storia del Tg1. Questo perché il Tg1 non fa storia ma notizie. La storia andrà affrontata in maniera sistematica mettendo in comune le varie forze che la realizzano cercando programmi che piacciano al pubblico e che mantengano il rigore scientifico e che siano all’altezza della tradizione della Rai”.
“Noi -ha esordito Massimo Bernardini- facciamo tendenza”. Il programma al via il 6 ottobre, “sulla tv generalista fa intorno al 3%. Su Rai Storia fa invece intorno allo 0,30%. Ciò vuol dire che veniamo seguiti da circa 600mila persone che, su Rai3 oppure su Rai Storia, guardano questo programma. In Italia si parla della crisi dei talk show. Qual è la media che registra un talk show di prima serata? Da 800mila a poco sopra un milione di spettatori. Un programma di nicchia come questo ne fa 600mila. Bisogna avere la consapevolezza che raggiungere 600mila persone è un risultato importante”.
Tra le novità Bernardini ha messo in evidenza “il fatto che guarderemo in chiave attuale il passato prossimo. Ad esempio, rivedremo Tienanmen pensando a ciò che sta succedendo ad Hong Kong”.
Non solo. “Finora ci siamo affidati sui filmati d’acquisto o sui filmati d’archivio. Ora punteremo molto nuovi filmati che gireremo noi. C’è l’idea, inoltre, di usare molto sia facebook e twitter”.
A cambiare, rispetto all’anno scorso, sarà anche la scenografia dello studio “tutta rinnovata, anche nella grafica. Ha una tensione maggiore all’immagine. Ci pare che sia più contemporanea”. Il programma, infine, per lo storico Giovanni De Luna, combatte contro “il senso comune appiattito della storia sugli stereotipi”.